Estat&Racconti. Se un gol segnato sublima e materializza l’eros

Ann-Kathrin e Mario Götze
Ann-Kathrin e Mario Götze

Fa freddo. Ma non importa. Adesso non sentirò più nulla, conteranno i muscoli ben allenati e la volontà. E’ il mio primo incontro in serie A. Non devo sbagliare, non posso deludere chi mi  ha dato fiducia…Sono grato alla sorte, a Don Biagio che mi notò, certo… niente genitori, all’inizio solo compagni di strada, spacconate e furtarelli, poi quegli incontri in parrocchia, la vocazione per il calcio… E poi… ad un ricevimento due settimane fa, c’era pure Maddalena, o “Maddi” come si fa chiamare lei, una pufliese conturbante, vestita di lilla, un volto d’acqua sorgiva e due occhi neri di voluttà… No. Non può finire 0 a 0. Devo far vedere quel che valgo. Maddi mi ha promesso… Ma niente pensieri: giocare, giocare e vincere! E’ già iniziato il secondo tempo… ‘Sto bellimbusto! mi marca stretto, va bene  giocare a uomo, però una piattola così… Le urla  e gli striscioni dei tifosi, un calcio, la palla va in rete, una palla come la nostra Terra nella rete della galassia, il  cuore è in tumulto, corro lungo la linea laterale, i compagni mi abbracciano, non vedo più nulla… Manca poco ormai … Tengo a bada la stanchezza… Maddi, una tazza di cioccolata bollente, un agile culo di gazzella, quatta quatta fra le mie braccia… l’arbitro ha fischiato, è finita!… 1 a 0!… Vittoria!

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Sandro Marano

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