Calcio. Trent’anni dopo. La curva Scirea ricorda le vittime juventine dell’Heysel

Migliaia di cartoncini innalzati al cielo, sullo sfondo bianco i nomi delle vittime della strage dell’Heysel. Trentanove, come il minuto della sfida Juventus-Napoli che la curva Scirea ha atteso per onorare la memoria degli “angeli di Bruxelles”. Nel primo anello campeggia il copricurva “+39 Rispetto”, una risposta agli ignobili “-39” che da trent’anni accolgono i tifosi bianconeri in molti stadi d’Italia. Al secondo anello, in balaustra, lo striscione “Nessuno muore veramente se vive nel cuore di chi resta, per sempre”.

Il cuore della tifoseria juventina ha voluto commemorare a modo suo il trentesimo anniversario della tragedia che il 29 maggio 1985 ha cambiato il volto del calcio. Un anniversario non immune dalle polemiche, a cominciare da quella che ha riguardato la mancata messa in scena dello spettacolo teatrale promosso dall’Associazione familiari delle vittime: il monologo, ideato dal “custode” di salamemoriaheysel.it Domenico Laudadio e dall’attore e interprete del testo Omar Rottoli, affrontava anche gli aspetti più controversi della serata maledetta, sottolineando gli errori delle autorità belghe e della Uefa insieme alle responsabilità degli hooligans inglesi.

Il copione, nonostante le revisioni già apportate, è stato però modificato ulteriormente dal gruppo di lavoro scelto dalla società, a detta dell’Associazione “stravolgendone non soltanto i contenuti, ma omettendo citazioni e riferimenti chiari alle responsabilità sui fatti e sulle verità storiche e processuali”. L’Associazione familiari delle vittime dell’Heysel ha deciso all’unanimità di non accettare questo nuovo testo.

L’unico momento condiviso tra la società e i tifosi resterà quindi la funzione religiosa prevista per venerdì prossimo alla Gran Madre di Torino. Spenta l’eco di ogni incomprensione, la comunità bianconera tornerà a raccogliersi attorno a quei trentanove nomi che nessuna questione di opportunità può indurre a dimenticare.

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Andrea Cascioli

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