Nessuna nostalgia dunque del mangiacassette o del giradischi. Ma un segnale della direzione del vento. Tutto è vicino, una intera discoteca e a portata di clic. Eppure sembra aver perso la dimensione umana. La passione per la musica, per il proprio cantante preferito al quale si è riservata una adolescenza da groupie è cambiata. Digitalizzata. Non si paga la musica per possederla. E’ inutile. Si paga per esserci, per avere accesso a queste immense banche dati delle note musicali.
Impossibile fermare questa evoluzione, ma restiamo dell’avviso che “occorrano i Maestri che raccontano l’umanità nascosta dietro la musica”, come scrive Alessio Bertallot. Non solo i dj della discoteca sotto casa, ma anche la ragazzina innamorata che fa ascoltare al suo partner con la cuffia la propria canzone del cuore, o i compagni di scuola (pazzi per i Dire Straits) inebriati dalle emozioni dell’ultimo concerto, vissuto in prima fila… La Cultura e la Musica non si possono declinare solo con un download o un clic.
@waldganger2000