LoScavetto. Salvini dribbla le trappole del Foglio nazareno: “Noi alternativi al sistema”

Salvini con il microfono e a sinistra il senatore Volpi
Salvini con il microfono e a sinistra il senatore Volpi

Salvini rifugge la maschera del demagogo ed espugna (diciamolo pure con un termine calcistico che sta bene su Barbadillo) anche la prima pagina del Foglio, spesso pregiudizialmente ostile alle forze sovraniste.

Il Foglio è una ringhiosa corazzata schierata a difesa del patto del Nazareno, l’alleanza tra Renzi e il Cavaliere: per questo in Lungotevere Raffaello Sanzio i movimenti politici non allineati in Italia su questo asse sono raccontati con puntuale caricaturale cinismo. Il Matteo giusto, però, ha sorpreso per lucidità e sintesi nello spiegare l’alternativa che si va costruendo, oltre destra e sinistra, all’attuale maggioranza e soprattutto alla opposizione evaporata senza strategia con l’elezione di Mattarella al Colle.

Dall’intervista del neodirettore Claudio Cerasa a Matteo Salvini emerge la scaltrezza del leader della nuova Lega  nel fronteggiare le schematiche semplificazioni con cui poteva essere catalogato.

“Il tratto culturale della Lega è un patchwork (per i non anglofoni una somma di tante pezze ndr) fatto di mille tasselli”, scrive il Foglio ed enumera le assonanze con Tsipras, Grillo, l’olandese Wilder, Podemos e Farage… Salvini di contro supera questo ritratto che lo vorrebbe far sembrare una specie di Arlecchino, e puntualizza che vuole rappresentare chi mette al centro il cittadino, che non gli interessano le etichette (compresa quella malridotta del “centrodestra”) e indica questa direzione di marcia: “Oggi è come il dopoguerra: non bisogna guardare le casacche, bisogna muoversi come se fossimo parte, noi partiti alternativi al sistema, di una specie di grande comitato di liberazione nazionale (…) contro una Europa che vuole egemonizzare i popoli“.

Oltre destra e sinistra per rinascere

I prossimi scenari secondo Salvini: “Io vedo una Lega che vuole governare, penso che possa farlo, ma che non ha paura di perdere. E che, in prospettiva, preferisce perdere bene, per poi rinascere“. Ed elenca i principali punti del programma sovranista: Flat tax, revisione di Schengen revisione della legge su autonomia  e federalismo. E conclude, puntualizzando che se Forza Italia rimarrà a rimorchio di Renzi “per noi sarà uno spasso”.

La precedente narrazione di Cerasa per rivista Studio

Scriveva Cerasa a dicembre sulla rivista tecnocratic-glamour “Studio”: “Matteo Salvini, al netto dell’ascella offerta ai lettori sulle pagine di Oggi, non è solo il politico del momento e uno dei leader più popolari d’Italia ma è anche uno dei leader che in televisione funziona meglio perché sa come si gioca con i conduttori e con gli ospiti e con i telespettatori: frasi brevi, ragionamenti lineari, concetti chiari, affondi mirati, provocazioni studiate, due numeri messi qua e là per fare un po’ di scena, una sfarinata di populismo, una battuta, un ruttino qua e là e alla fine il messaggio passa, eccome se passa. Renzi? Simpatico, ma cialtrone. Grillo? Comico e cialtrone. Alfano? Cialtrone senza essere comico. Berlusconi? Simpatico milanista. L’Euro? Non da riformare ma da superare. L’immigrazione clandestina? Niente mediazioni: fermare tutti. E così via”.

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