Il Movimento 5 Stelle ha in mano una carta forte da giocare: candidare Prodi Romano dal primo giro e mettere in crisi il partito di Renzi. I militanti grillini potranno partecipare giovedì mattina alle “Quirinarie” e con i risultati freschi di stampa i parlamentari pentastellati entreranno a gamba tesa nel dibattito. Prodi è ben visto da molti, ma su di lui pesa il veto categorico di Silvio Berlusconi che lo giudica divisivo. Non piace nemmeno a Ncd e i dem hanno paura di bruciare, per la seconda volta, uno dei nomi più rappresentativi della loro storia. «Meglio non rischiare», dicono, ma se fossero i 5 Stelle a candidarlo, Renzi avrebbe un problema in più da risolvere.
Ma perché Romano Prodi no? È stato Presidente del Consiglio due volte, sempre molto sfortunato. È l’uomo che ha traghettato l’Italia nell’Euro ed è stato a capo della Commissione europea quando a Bruxelles non c’erano tutti i poteri di adesso. È conosciuto all’estero e sembrerebbe essere un buon candidato. Il problema, però, sono proprio quei suoi soggiorni a Palazzo Chigi, dopo campagne elettorali tirate al massimo. Nella storia dell’Italia repubblicana solo quattro presidenti su 11 erano stati a capo dell’esecutivo prima di salire al Colle – Antonio Segni, Giovanni Leone, Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi. Il governo, insomma, sembra più essere un ostacolo che una spinta.
È vero che Prodi è sempre stato eletto dal popolo, ma una porzione quasi identica di elettorato in quelle occasioni ha scelto diversamente e il capo dello Stato è garante della Costituzione e rappresenta l’unità nazionale. Il divisivo Prodi potrebbe farsi da parte e spalancare la strada ad un renziano ante litteram come Walter Veltroni che non è stato mai anti-berlusconiano e ha il merito di aver fatto fuori dal Parlamento “i comunisti” per la prima volta nella storia democratica (anno 2008). La sua sarebbe una presidenza ricchissima di primati, uno significativo: prima di entrare al Quirinale nessun Presidente della Repubblica è mai stato segretario di partito. Se non Sandro Pertini, ma nel 1945.