Cinema. La divina Virna Lisi a testa bassa contro i radical chic

LisiLa morte di Virna Lisi priva il cinema italiano e la tv di un’attrice bella e brava.

“Io ho avuto tutto dalla mia carriera e posso pertanto dire in maniera libera tutto quello che penso”, amava dire.

Solo lo scorso mese di settembre aveva rilasciato un’intervista al Fatto quotidiano destinata non solo ad essere un preciso atto d’accusa, ma a divenire una sorta di testamento spirituale e professionale.

Virna Lisi andò all’attacco, a testa bassa come si suol dire, del cinema radical chic, bocciando senza riserve il premio Oscar La grande bellezza.

“Il film di Sorrentino non mi piaciuto, mi è sembrato una brutta copia de La dolce vita”, sentenziò.

A proposito di uno dei più grandi registi italiani, Virna Lisi sentenziò: “Pietro Germi è stato forse il migliore in Italia. Gli avessero dedicato una strada, una piazza, un festival. Niente. Non era comunista, è vero, ma com’è questo fatto che se uno è comunista lavora e se non lo è non lavora più?”.

Un atto d’accusa che ha fatto scalpore sui giornali. D’altronde, più volte anche donna Assunta Almirante ha puntato il dito in questa direzione.

Il riferimento era ad Anna Magnani, arruolata a sinistra dopo il film Roma città aperta.

“Arruolamento che era toccato anche ad Aldo Fabrizi il quale non aveva mai avuto simpatie di sinistra”, come ha svelato Valter Delle Donne nel suo profondo lavoro di scavo pubblicato su Il Secolo d’Italia.

Il regista Carlo Lizzani, che nel Partito comunista era stato intellettuale organico, spiegò bene come funzionavano le cose: “Ci sono stati personaggi visceralmente anticomunisti, come Pietro Germi, o vicini alla destra come De Sica, gente che riceveva applausi in tutto il mondo meritandoli, che hanno avuto lo stesso destino”. Mentre sull’ostracismo nei confronti di Germi, fu il produttore Felice Laudadio a spiegare le ragioni: “In un momento in cui gli intellettuali erano tutti di sinistra, spesso o spessissimo con il Pci, Germi finì per essere sottostimato. L’ideologia, in quegli anni, faceva da ostacolo ai valori obiettivi”.

Cinquant’anni dopo è cambiato qualcosa? Si è chiesto più volte Delle Donne. Oggi l’interrogativo lo ripropone la scomparsa di Virna Lisi.

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