L’intervento. #siamotuttiN: la campagna di Fdi per i cristiani dell’Iraq

Una casa di Mosul marchiata
Una casa di Mosul marchiata con il simbolo “ن”

#siamotuttiN, una campagna nazionale per dire basta al genocidio dei cristiani in Iraq, ma anche in Siria, in Nigeria, in Egitto e ovunque nel mondo dove la furia islamista compie massacri in nome di Allah.

Per troppo tempo in pochi abbiamo denunciato quanto stava accadendo ai danni delle comunità cristiane. Soltanto pochi mesi fa quando le milizie filo-qaediste facevano strage di cristiani nel nord della Siria e costringevano alla fuga le suorine di Maloula, l’Occidente aveva individuato in Bashar el-Assad il nuovo nemico e si preparava a bombardarlo spianando la strada proprio ai fondamentalisti islamici.

Oggi, con l’avanzata del Califfato di Isis nel nord dell’Iraq, con le stragi di cristiani e di yazidi, la prospettiva è radicalmente mutata e dopo aver inviato armi ai peshmerga curdi a Washington e a Bruxelles si ragiona addirittura di bombardare Isis non solo in Iraq ma anche in Siria. Segno di un Occidente diviso e confuso (e di un’Europa manco a dirlo inesistente) che negli ultimi decenni ha sbagliato molto in Medio Oriente, finendo con lo spianare la strada ai fondamentalismi.

È in questo quadro che Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale ha voluto promuovere la campagna #siamotuttiN, contro la persecuzione dei cristiani.

Il simbolo “ن” , quello con cui i tagliagole di Isis marchiano le case dei cristiani iracheni. La N araba di Nazàra, cristiani, stampata su un fazzoletto bianco e sulle nostre magliette. Molti di noi l’hanno anche utilizzata per personalizzare i nostri profili su facebook o twitter.

Gesti simbolici, certo, che stanno però facendo proseliti nel mondo cattolico, spingendo anche i più timidi e moderati ad una reazione.

Carlo Fidanza durante l’iniziativa di sensibilizzazione a favore dei cristiani dell’Iraq

Una reazione culturale in primo luogo, ma che vorremmo fosse anche pratica. Crediamo che, oltre e forse più ancora delle armi ai curdi (che forse tra pochi anni potranno essere utilizzate per destabilizzare ulteriormente l’area) serva un intervento militare multinazionale, che coinvolga anche Paesi islamici “moderati”. Siamo stati pronti ad intervenire in Iraq per il petrolio, vale maggiormente la pena farlo oggi per salvare centinaia di migliaia di vite umane e, per noi europei, per riaffermare che non c’è Califfo che possa sradicare millenni di cultura cristiana.

Allo stesso tempo richiamiamo il governo, responsabile morale e materiale della sciagurata operazione “Mare nostrum”, ad alzare la guardia contro le infiltrazioni jihadiste che si annidano nei flussi di immigrati in continuo arrivo sulle nostre sponde.

È con questo spirito che abbiamo manifestato davanti alla Camera nel giorno del voto parlamentare sull’Iraq, che abbiamo inondato i social e che un sabato di fine agosto centinaia di militanti di FdI-An si sono dati appuntamento su alcune delle principali spiagge italiane regalando ai bagnanti migliaia di fazzoletti bianchi. E la campagna continuerà e anzi chiediamo a chiunque sia interessato di attivarsi sul proprio territorio.

Perché, se certamente la crisi economica morde e l’immigrazione selvaggia incombe, non dobbiamo mai dimenticare che oggi, come e più di un secolo fa, “non possiamo non dirci Cristiani”, Nazàra.

*Carlo Fidanza ن
Esecutivo Nazionale FdI-AN

Carlo Fidanza*

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