L’intervista. Con Dominic Keating “a bordo dell’Enterprise”

dominique keatingNel corso di Deepcon 15, il noto appuntamento per gli amanti della fantascienza che ogni anno si tiene a Fiuggi, e grazie ai buoni uffici della presidente dell’associazione, la traduttrice e adattatrice televisiva Flora Staglianò, abbiamo fatto la conoscenza di uno dei beniamini degli appassionati di Star Trek: l’attore Dominic Keating

Dominic, è la sua prima volta in Italia?
No, sono stato già tre volte nel vostro paese. Da piccolo con mia madre ho visitato l’isola d’Elba e Pisa; poi ho visitato, da studente, due volte Roma. Infine, qualche anno fa, mentre stavo girando la serie di Star Trek.

Cosa pensa del Belpaese?
La bella Italia? Un posto straordinario, unico al mondo. Di questa nazione amo il cibo, la storia, la cultura, le donne e il caffè.

Le andrebbe di raccontarci un aneddoto riguardo i suoi inizi nel mondo del cinema?

Ne ho parecchi. Allora, in Inghilterra per iniziare questa carriera devi far parte del sindacato degli attori con sede a Londra. Quando finalmente mi accettarono, mi dissero che già c’era un tale che aveva il mio stesso nome. Perciò, dovetti cambiarlo e adottarne uno d’arte. Comunque, Keating è il cognome di mia madre da nubile.

Qui in Italia è ricordato anche per la partecipazione a Buffy l’Ammazzavampiri: cosa ricorda di questa esperienza?
E’ stato il mio primo lavoro per la Tv a Los Angeles. Ricordo una scena in cui io ero uno dei guardiani dei vampiri, e in un momento di distrazione venivo morso al collo.

Lei è famoso per il personaggio di Star Trek Enterprise, il tenente di vascello Malcolm Reed: quanto c’è in lei di Malcolm, e quanto di Dominic in Malcom?
Ottima domanda. Posso dire, che per mia fortuna, ad un certo punto ho deciso di far venire fuori la mia personalità e di non seguire il copione alla lettera. Interpretare per anni un personaggio rimanendo ancorati a dei paletti troppo rigidi può apparire stupido. C’è un episodio in cui sbarchiamo sul pianeta Risa, e quello che si vede non è affatto Malcolm Reed, ma Dominic.

Come è  arrivato a Star Trek?
Avevo già conosciuto gli ideatori della serie Rick Berman e Brannon Braga durante le riprese di un episodio di Voyager, perché mi avevano chiamato per un provino. Non venni preso, ma dato che il provino era andato molto bene, mi richiamarono per Star Trek. Successe, che mentre già stavano girando Enterprise, negli studi accanto si lavorava a Nemesis (c’era pura PatrickStewart che impersonava il capitano Jean-Luc Picard), Rick Berman mi ha raggiunto e mi ha detto che lo avevo tanto impressionato, che per due anni aveva tenuto la mia foto sulla sua scrivania. Così ebbi la parte.

Meglio Tv o lungometraggi?
Qualunque cosa capiti. Ho lavorato in alcuni film ed è stato difficile e per nulla divertente, mentre ho partecipato a serie televisive con grande soddisfazione.

La conosciamo come un ottimo attore di teatro: può parlarcene un po’?
Una volta ero molto più attivo in questo settore, ma oramai sono vent’anni che mi occupo di cinema e Tv. Devo dire però, che le abilità maturate nella mia carriera teatrale non mi hanno mai abbandonato. Infatti, anche ora quando mi reco a fare un provino, non porto mai con me dei fogli con la sceneggiatura, preferendo avvalermi della sola memoria.

Il suo film preferito?
A qualcuno piace caldo.

Si ispiri a qualche attore in particolare?
Quando ero un bambino guardavo i film con Rod Steiger, e mi dicevo: “chissà un giorno potrei farlo anch’io.”

Un ruolo che le piacerebbe interpretare?
Sono bravo con i cattivi, però posso interpretare qualunque ruolo: sono un professionista.

Una curiosità: Malcolm Reed sembra apprezzare molto la vulcaniana T’Pol (Jolene Blalock); riuscirà infine a sedurla?
Certo! E’ lei che vuole Malcolm (e ride).

C’è qualche episodio divertente o particolare accaduto durante le riprese de Entreprise che le piacerebbe raccontarci?
Una mattina ho dato una sbirciata al seno di T’Pol! E’ successo girando una scena nell’astronave in cui dovevamo strisciare all’interno di un tubo, e in modo fortuito… A quel punto, lei mi ha guardato come per dire: “lo so che sono favolosa!”

Vorrebbe dipingere con un aggettivo i vari personaggi di Enterprise?

Crede nell’esistenza di altre forme di vita intelligenti?
Certamente. Sarebbe presuntuoso ritenerci gli unici esseri pensanti dell’universo.

Non mi resta che salutarla anche a nome dei nostri lettori.
Grazie, e un saluto a tutti voi.

@barbadilloit

Max Gobbo

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