Telefonia. Tim e Vodafone rendono a pagamento il servizio “recall” (ora gratuito)

tim vodafoneNovità in vista riguardo l’utilizzo dei cellulari. Dal 21 luglio Tim e Vodafone hanno deciso di rendere a pagamento il servizio di avviso di chiamata e recall, suscitando non pochi dubbi fra consumatori e associazioni. Tim chiederà agli utenti 1,9 euro al mese mentre Vodafone 6 cent al giorno, solo al primo utilizzo giornaliero. Gli utenti saranno avvisati per tempo tramite sms o altri mezzi e avranno tutto il tempo di disattivare i servizi, nonostante questo potrebbe far perdere qualche chiamata.

L’operazione in sé non è illecita, ma suscita qualche dubbio che due compagnie che dovrebbero essere concorrenti, abbiano scelto lo stesso giorno per rendere a pagamento lo stesso servizio.

Dal mondo della telefonia arrivano però anche delle belle notizie. Dal 1 luglio le compagnie telefoniche saranno obbligate ad applicare le tariffe imposte dall’Unione Europea per il roaming internazionale, in oltre trenta paesi. Comunicare fra paesi diversi in UE costerà molto meno rispetto a prima. In particolare 23,18 centesimi al minuto per chiamare, 7,32 centesimi per gli sms e 24,4 cent per ogni MB di traffico internet. Anche in questo caso gli operatori italiani non fanno bella figura, in quanto ad oggi, a meno piani particolari, con Vodafone Al Secondo costa 23,19 cent al minuto per chiamare dall’Italia all’Italia e gli sms costano 13 centesimi. Prezzi analoghi ha la tariffa base di Tim.

Ancora una volta in fatto di telecomunicazioni il nostro Paese è fanalino di coda rispetto non solo all’Europa, ma al resto del mondo. Gli operatori mobili mantengono prezzi alti sia per chiamare che per navigare in internet, mentre gli operatori fissi offrono servizi inadeguati, spesso neanche a banda larga. La fibra ottica è un miraggio e il 4G non è ancora sviluppato.

Chiunque si recasse ad esempio a Nairobi, non avrebbe problemi a scrivere a casa utilizzando internet, perché il wifi pubblico è una realtà consolidata, mentre in Italia non è presente neanche nelle città principali. La crescita e l’uscita dalla crisi passano anche dalla comunicazione, ma nel Bel Paese non sembra che qualcuno lo capisca.

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