L’intervista. Di Stefano (CasaPound): “A difesa del welfare e raccoglieremo i cocci di Grillo”

Casapound«CasaPound è pronta a raccogliere anche i cocci del Movimento Cinque Stelle». Simone Di Stefano, candidato premier di CasaPound, ribalta così le voci che hanno accompagnato l’incontro tra il leader del Movimento Cinque Stelle e i “ragazzi di Ezra”. Cose che capitano in campagna elettorale, si potrebbe dire. E che segnano anche il senso della nuova avventura del centro sociale non conforme. «È l’evoluzione naturale di un movimento che resta un movimento di azione e che però, oggi, vuole raccogliere il consenso popolare attorno alla sua proposta, alla sua visione del mondo: su questa idea, adesso, ci può mettere adesso anche la “x” sulla scheda elettorale».

Il vostro motto è: “Falli piangere”. Con chi ce l’avete?

Ovviamente con i politici che fin qui ci hanno governato. Con questo “invito” vogliamo interpretare il sentimento di tutti gli italiani che sono stanchi, che protestano e vorrebbero davvero vedere piangere i vari Fiorito, Maruccio o i consiglieri regionali della Lombardia che si facevano pagare dallo Stato anche il cappuccino.

È solo un problema di casta?

No. È chiaro che ci sono interessi più ampi di quello che è la “schiuma“ della politica. Ci sono delle storture profonde che vogliamo combattere assolutamente. Ad esempio gli interessi privati nelle vicende pubbliche, gli appetiti della finanza internazionale nei riguardi di quello che è il tesoro degli italiani: lo Stato. C’è un disegno ben preciso che vuole smantellare lo Stato pezzo per pezzo, vuole mettere le mani su tutto il patrimonio pubblico, sulle aziende di Stato come Eni e Finmeccanica che guarda caso sono oggi nell’interesse “vigile” della magistratura.

CasaPound si candida per la prima volta a guidare il Paese. Perché gli italiani dovrebbero votare per voi adesso?

Perché siamo gli unici a dire delle parole ben precise: noi diciamo Stato, diciamo nazione, diciamo popolo e diciamo confini. E poi anche economia regolamentata e partecipata dallo Stato. È ovvio che diamo un’offerta politica che è completamente diversa da quello che si sente in giro. Oggi sono tutti schiacciati sui diktat europei, con la politica ultraliberista che ci viene imposta dall’Ue.  Da Vendola a Storace nessuno fa una critica radicale a questo sistema: la fa solo CasaPound in questi termini.

Gli indici di gradimento televisivo vi premiamo. Che vuol dire?

Vuole dire che quando una persona, facendo zapping, trova un personaggio che dice qualcosa di diverso e che si presenta con delle idee rivoluzionare ma con un’impostazione di concretezza e di solidità, a un certo punto questo cattura l’attenzione. Perché il popolo italiano vuole cambiare ed è ovvio che questo si riscontra con un interesse mediatico importante. Tutto merito della fondamentale legge sulla par condicio, grazie alla quale riusciamo a farci conoscere per quello che siamo, e non per come molti ci dipingono.

Si è fantasticato molto sul presunto feeling con Beppe Grillo.

Non c’è nessun feeling. Ci sono due-tre cose che ci trovano concordi così come ce ne sono altre che ci trovano distanti anni luce. Ovviamente ambedue siamo fuori dagli schieramenti. Però c’è una differenza abissale tra noi e i grillini: CasaPound è un movimento che esiste da dieci anni, fa politica reale. Grillo e il suo movimento sono un gruppo di persone, conosciute su internet, che si sono votati con i “mi piace” per entrare in Parlamento. Per questo probabilmente un partito liquido, come loro stessi si definiscono, al calduccio di Montecitorio rischia di evaporare. Ciò avverrà quando tantissimi parlamentari passeranno con il prossimo Governo, ne sono certo. Nessun problema, CasaPound è pronta a raccogliere anche i cocci del Movimento Cinque Stelle.

Ha l’occasione qui di chiarire la vostra opinione su Silvio Berlusconi.

Berlusconi, ormai, è il “vecchio” della politica. È superato, e si è fatto da parte quando interessi internazionali molto forti gliel’hanno chiesto. Per cui a nostro avviso è una persona vecchia e ricattabile: non può essere lui a candidarsi ancora per la guida del Paese. Per ciò che riguarda le sue affermazioni sul fascismo, in vent’anni di berlusconismo è stato fatto l’esatto contrario degli insegnamenti che Mussolini ha lasciato per questa nazione. Niente di nuovo sotto il sole. Mi spiace che citi Mussolini a sproposito.

Vent’anni di centrodestra hanno prodotto poco, quasi nulla, in termini di egemonia culturale.

È una responsabilità enorme quella del centrodestra che non è stato in grado di elaborare alcune proposta politica perché nulla è stata la sua battaglia culturale. Pensare che si sono questi partiti che hanno avuto milioni di euro e che mai questi sono stati utilizzati per creare una radio, un progetto editoriale. Ecco, di tutto questo oggi se ne pagano le conseguenze: arrivano impreparati, senza proposte politiche che nascano da un’impostazione culturale. E quindi si va avanti a naso, con la boutade dell’ultimo minuto sull’Imu. Stesso discorso vale anche per gli altri soggetti, quelli considerati più a destra, come Fratelli d’Italia o Storace, che sono arrivati a questa campagna elettorale senza una proposta organica.

Qualcosa da dire a Sandro Ruotolo che ha rifiutato di stringerle la mano?

Mi dispiace. Ci siamo fatti un po’ di pubblicità a vicenda. Anche la contestazione pacifica che ha subito ieri da un gruppo di nostri ragazzi che hanno solo srotolato uno striscione, è stato presa come assalto squadrista. È una polemica da campagna elettorale. Ruotolo non stringendomi la mano cerca solo di prendere i voti dei grillini scontenti del fatto che Beppe Grillo me l’ha fatto. Con questo abbiamo la dimostrazione di una sinistra che è priva di proposta politica, anzi dice il contrario di ciò che dovrebbe essere la sua natura.

Ossia?

Quando sento Ingroia che dice che devono venire in Italia tutti gli immigrati del mondo, così possiamo utilizzarli come lavoratori flessibili a me fa accapponare la pelle. Cioè, se io fossi un comunista direi: ma che cosa stai dicendo? Al contrario CasaPound, se vogliamo, dice cose anche molto più di sinistra dello stesso Ingroia. Anche per questo è importante oggi informarsi da soli e non lasciarsi informare dai mass-media tradizionali. Per fortuna esiste internet, esiste la libertà.

Antonio Rapisarda

Antonio Rapisarda su Barbadillo.it

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