Il caso. Tolkien era uno studioso della lingua esperanto

TolkienOra è ufficiale: Tolkien non solo era un filologo interessato all’Esperanto, la lingua artificiale inventata a tavolino da Ludwik Lejzer Zamenhof, ma anche un suo studioso. A scoprire questo aspetto finora non conosciuto, un ricercatore di Barletta, Oronzo Cilli, curatore dell’edizione L’Hobbit annotato, apparso da Bompiani nel 2004.

La scoperta è avvenuta scartabellando fra documenti di biblioteche inglesi e annali delle società di Esperanto. Finora si sapeva, grazie agli studiosi Arden R. Smith e Patrick H. Wynne, che pubblicarono nel 2000 il saggio Tolkien and the Esperanto sulla rivista “Seven. An anglo-american literary review” l’interesse del docente per l’Esperanto ma i due studiosi non sapevano che Tolkien aveva anche patrocinato e partecipato al XXIV congresso della società di Esperanto. Lo ha scoperto Cilli.

“Tutto è cominciato dall’incipit di un saggio scritto da Tolkien Un vizo segreto – ha detto – nel quale l’autore inglese diceva “Forse alcuni di voi sapranno che un anno fa, o più, a Oxford si è tenuto un convegno sull’esperanto”. Il riferimento era al XXII congresso universale ed era conosciuta anche una lettera che Tolkien scrisse nel 1930 al segretario della Commissione istruzione dell’associazione esperantista britannica pubblicata nella rivista “British esperantist” nel maggio 1932. Da questo brano, che tutti gli studiosi conoscono – spiega Cilli -, mi è venuta la curiosità di verificare tutti i documenti del tempo e quelli relativi ai convegni successivi. Così ho trovato della documentazione interessante”.

Si tratta infatti del resoconto del convegno del 1934 dal quale emerge che Tolkien lo patrocinò con altri docenti e vi partecipò oltre che un suo appello dal titolo “Il valore educativo dell’Esperanto”. Il saggio di Cilli, apparso sulla rivista della Tolkien Society è tradotto in tutte le lingue delle società tolkieniane.

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Manlio Triggiani

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