Ue. Marine Le Pen il politico europeo più “conosciuto” in Italia. Crolla la fiducia nell’euro

ottoemezzoMarine Le Pen è il politico europeo più “conosciuto” in Italia. Lo ha testimoniato una rilevazione andata in onda durante il faccia a faccia del leader del Front National con Lilli Gruber a Otto e mezzo. Una puntata interessante, quella trasmessa martedì, dove la Le Pen ha avuto l’occasione di confrontarsi senza “filtro” di titoli o sommari che nei quotidiani spesso e volentieri hanno distorto il messaggio.

Durante il dibattito, non a caso, Le Pen ha avuto occasione di spiegare puntualmente il suo programma: su immigrazione, ritorno alla sovranità monetaria, contrasto alla politica delle banche e di aiuto senza contropartita a queste. Surreale quando la Gruber, visibilmente sorpresa e irritata per l’incisività dell’ospite, ha affermato che «il cambio delle monete lo decidono i mercati e non i popoli» (sic).

La sorpresa però è arrivata a fine puntata con il sondaggio presentato che ha spiegato come sia proprio la figlia di Jean-Marie il politico più conosciuto tra coloro che avranno un ruolo nel prossimo europarlamento: basti pensare che segue il rappresentante del partito maggioritario (Martin Shultz del Pse) così come l’enfant prodige della sinistra radicale, Alexis Tsipras. Mentre molto dietro si trova il candidato del Ppe alla Commissione europea Jean-Claude Juncker.

Interessante notare anche le altre rilevazioni:ad esempio come il 57% degli italiani ritenga che il passaggio dalla lira all’euro sia stato un errore, dato che è cresciuto negli ultimi anni (nel 2000 gli euro-entusiasti erano il 50% oggi sono il 30%) a dimostrazione di come la moneta sia considerata una delle cause reale della crisi. Non a caso gli elettori dei partiti più euro critici sono quelli più risoluti nel denunciare questa precisa connessione: il 67% fra i leghisti, il 54% fra i simpatizzanti di Fratelli d’Italia si ritengono favorevoli per l’uscita dall’euro (mentre solo il 10% degli elettori del Pd lo pensa, il 41% fra quelli di Forza Italia e il 45% fra i grillini).

Resta il fatto che in Italia – come abbiamo spiegato diverse volte – fatica a manifestarsi un soggetto esclusivo di questo sentimento euroscettico. Se il voto a Grillo continua a rappresentare un’opposizione tutta “interna” alle dinamiche anticasta italiane, un processo di identificazione in tal senso inizia a prendere corpo a destra: lo dimostrano i sondaggi riservati che danno i due partiti maggiormente interessati a coprire l’area euro critica (Lega e Fratelli d’Italia) in crescita proprio in ragione della loro campagna contro l’austerity e l’euro.

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