Dopo la Grande Guerra, Venezia era stata meta turistica d’élite, con la crisi del 1929 quell’élite non arrivava più. Alla Compagnia Italiana Grandi Alberghi (Ciga), che al Lido gestiva l’Hotel Excelsior, venne l’idea di farne un cinematografo all’aperto per le anteprime estive dell’autunno-inverno.
Primo azionista della Ciga, Giuseppe Volpi era un finanziere (Banca Commerciale) e un industriale elettrico (Sade), non un cinefilo, ma capì l’opportunità e il fatto che fosse stimato dagli americani fu determinante perché la Mostra di Venezia, che nasceva senza premi, potesse ospitare produttori e registi di Hollywood, che per arrivarci dovevano attraversare il continente Nordamericano fino all’Atlantico, poi varcarlo, sbarcare a Genova e prendere il treno per Venezia: sei settimane di viaggio tra andata e ritorno. Una così lunga pausa lavorativa si sarebbe giustificata se il viaggio si fosse convertito in una altrettanto lunga promozione, che venne dalla stampa italiana ed europea. Volpi offrì vitto e alloggio in un albergo che, altrimenti, sarebbe stato vuoto.