L’Italietta dello “Spiegel”, un ritratto che fa male perché fotografa le nostre debolezze

di Gilles

In poche parole, sì, ha ragione lo Spiegel. Lasciate stare l’indignazione e le puntualizzazioni da risorgimento degli sfigati. Perché anch’esse rivelano il carattere di un popolo tardivo e annoiato, da sempre esterofilo, tanto remissivo quanto abituato all’insulto francese, atlantico e britannico. Ben ci sta! Tuttavia, per i tedeschi abbiamo un risentimento particolare, da cugini minori e minorati: è l’odio per il secchione, per l’atleta, per la vocazione. Ci possono insultare tutti, e lo fanno, ma non i tedeschi.

Odiamo il loro Beruf, il loro Volk, il loro Bund. Sono parole intraducibili che tuttavia, noi culla greco-romana del loro pensoso pensare, comprendiamo benissimo. Dolorosamente, i tedeschi li odiamo perché li comprendiamo. Anche noi abbiamo avuto una vocazione, siamo stati popolo e comunità. Ci sfugge anzi, chi sia nato prima, fra noi e loro, così cocciuti conservatori antiborghesi della modernità. Chi comprende chi? Empatia, diciamo noi, verstehen dicono loro.

Ecco perché lo Spiegel ha ragione: perché la storia non è una scienza esatta, né lo possono essere etnologia e sociologia. Sono tutte espressioni empatiche, affreschi di persone, epoche e stili. Intuizioni che fanno degli stereotipi qualcosa di vero, reale e tangibile. Solo un ebreo-tedesco come Simmel, più tedesco dei tedeschi, poteva fare di quest’idea un’episteme.

E allora ecco spiegato perché ci incazziamo: perché i tedeschi ci azzeccano. Ci ricordano che non siamo un popolo, ma individui e famiglie. Siamo senza regole. Vigliacchi e codardi. Truffatori, egotici e mammoni. Geniali ma disordinati, sporchi e senza spazi. Evasori, omertosi e benaltristi. Siamo quelli dei mondiali vinti solo dopo calcioscommesse e calciopoli, quelli del debito pubblico fatto dagli altri di prima, e quelli che, beh tanto peggio, tanto meglio. Quelli senza solare e nucleare, che vanno ancora a sputi e carbone. Siamo quelli che si autocensurano, autocommissariano, che baciano mani per poi bombardarle. Insomma, Italiani.

Ma non sono tutti così, in fondo? Non le fanno tutti robe del genere? Si è così. Ma noi lo siamo e lo facciamo per episteme. Ogni popolo ha il suo lato d’italianità che Schettino ha saputo tipicamente incarnare e svelare. Ecco perchè lo Spiegel ha ragione da vendere.

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