Nelle file del club inglese Zola non era l’unico italiano. Pozzo, infatti, lo ha reso una vera e propria società “satellite” dell’Udinese, spedendo in Gran Bretagna Gabriele Angella, Diego Fabbrini (entrambi prodotti del fertile vivaio dell’Empoli), l’ex interista Davide Faraoni, gli italoargentini Battocchio e Forestieri, più l’ex Roma Marco Cassetti. Colonia che s’infoltisce se si tiene conto della presenza di chi dalla Serie A ci è passato, lasciando poche tracce, come Abdi, Ekstrand e Pudil. Il mix anglo – friulano, l’anno scorso, ha “rischiato” di finire dritto nel campionato più seguito del mondo, la Premier appunto, ripetendo così l’exploit del Granada. Hanno fatto il giro del mondo le immagini della pazza semifinale playoff contro il Leicester. Dopo aver perso l’andata in trasferta per 1-0, i ragazzi di Zola infatti riuscirono a ribaltare la situazione con un epilogo da sogno. In vantaggio per 2-1, al settimo minuto di un lunghissimo recupero il Leicester ebbe l’opportunità di pareggiare su calcio di rigore, ma l’ex Arsenal Almunia parò il tiro dal dischetto e fece ripartire immediatamente l’azione, che portò al clamoroso 3-1 del Watford. Praticamente, Purgatorio-Inferno-Paradiso in un giro di lancette d’orologio. Poi, purtroppo per Pozzo e Zola, la finale la vinse il Crystal Palace, lasciando gli Hornets ancora in Championship.
Nessuno però, quest’anno, si aspettava un inizio così difficile. Tredicesimo posto, 25 punti, otto sopra la zona retrocessione, otto sotto quella playoff. Ma, soprattutto, cinque sconfitte interne di fila che hanno spinto Gianfranco Zola alle dimissioni, intenzione anticipata ai microfoni del DailyMirror dopo l’ultima gara. Guidolin, invece, per il momento rimane al suo posto. A Pozzo il compito di trarre il dado finale, decidendo di accettare un altro passo indietro oppure, magari, di farne insieme uno avanti.
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