Un’avanzata, questo del partito nazionale guidato dalla figlia di Le Pen, che non è più materia solo di sondaggi ma continua a dimostrarsi consenso reale. Che il Front National sia sempre più al centro della politica francese lo riconoscono ormai anche i media tradizionali francesi. Secondo un sondaggio pubblicato il 3 ottobre da Le Figaro Magazine ad esempio, il 33% dei cittadini francesi sogna un ruolo importante per la Le Pen nello scenario futuro. Nella classifica delle personalità politiche più influenti di Francia, l”ereditiera’ del partito fondato da padre Jean-Marie è passata dalla 14esima alla terza posizione in un solo anno, guadagnando consensi a sinistra (2% in più) come a destra (più 1%).
Le ricerche d’opinione che circolano nei salotti che contano, insomma, danno il Front primo partito di Francia, destinato a trionfare sia alle elezioni municipali sia alle europee. Proprio per questo motivo di fronte alla reazione di stampa e partiti politici tradizionali (è stato coniato addirittura l’Umps, per indicare ironicamente il “partito unico” tra neogollisti e socialisti) la Le Pen ha lanciato un’offensiva “semantica” minacciando querele. «Il Fn non è un partito di estrema destra» ha spiegato, sottolineando il motivo di questa precisazione: questa definizione mediatica non ha nulla di politico ma «è peggiorativa» perché «nello stesso sacco si mette Breivik e Alba dorata. Poi si scuote bene in modo da ottenere un’immagine sufficientemente schifosa da appiccicare anche al Front National».