Lotti giornalmente per le tue idee, non vuoi barattarle o adattarle ai personaggi.
Apro una parentesi. Ti chiedono di occupartene: se scegli una parte politica sei tacciato di opportunismo o di servitù. Se non ti impegni vieni rimproverato per il tuo “superbo letargo”, da “fossile o disfattista” (rubo le immagini a Veneziani). Immobile sulla tua turris eburnea. Essendo brutalmente sincero con te stesso, non ti senti rappresentato da nessuno. Attraversi il bosco col tuo bagaglio e ti allontani, un po’ rassegnato, un po’ disgustato. Senza spocchia, ma con profonda amarezza.
Una visione decadente? Dovremmo andare oltre, lo so, ma non si vede chi traccia la strada. Vorresti salire su una navicella spaziale e restituire al tuo spirito, al tuo credo, un altro tempo, altri saperi, altri linguaggi. Il berlusconismo (non parliamo del finismo, per carità) non fa per te. Vedi Schifani e Bondi, Gasparri e Capezzone e scapperesti sulla luna. Poi ti volti dall’altra parte e vedi – dopo aver scorto nei salotti buoni gli infidi galleggiatori, i mediocri, i rinnegati, i “canguri giganti” (come li chiamava Mussolini) – quelli che per decenni ti hanno sputato addosso, che ti vorrebbero morto, che hanno cercato di levarti la dignità, la cittadinanza. Vedi i togliattiani e i trinariciuti con la bava alla bocca, vedi la guerra civile per impossessarsi dell’Italia, di quel che ne resta. Vorresti disfarti del presente, dei contemporanei.
La tua passione è scomoda, i tuoi sentimenti demodé. Ti estranei, senza atteggiarti a profeta disadattato o a pensatore incompreso. Vorresti essere Longanesi, Guareschi, Prezzolini, Buscaroli, e potertelo permettere. Vorresti aver fatto le battaglie feroci di Giorgio Pisanò, e non avere il commissario di partito che ti dica cosa devi pensare. Come sento pronunciarsi l’intellettuale organico (categoria vastissima, che va da Fazio a Vecchioni, da Celentano a Benigni, da Scalfari a Saviano), allineato, il sacerdote delle coscienze felice della sua faziosità ripagata, mi si rizzano i peli.
Vorresti che nell’epoca hi-tech, dove materialismo, nichilismo e proliferazione dei desideri fanno da padroni qualcuno si elevasse da questo conformismo e cercasse di lenire il travaglio. E ti lasciasse l’illusione che lavori per un destino diverso. Che le categorie della politica “alta” possano ancora dare un senso a tutto. Perché “la politica è la fabbricazione della storia”, diceva uno che è meglio non citare.
*Lettera a Barbadillo.it di Andrea Danubi – Castiglione della Pescaia