“Vita da gatto” con una bambina mentre vede i genitori separarsi

Nel film di Guillaume Maidatchevsky peripezie familiari francesi narrate con semplicità  

Vita da gatto

Vita da gatto

Vita da gatto di Guillaume Maidatchevsky parla di una gatta, ma solo per una svista del doppiaggio, che non rovina questo film francese, di costo inferiore alla media e qualità superiore alla media.

Nella quotidianità familiare di un appartamento di Nancy: una coppia si separa e la loro bambina ne patisce. Lei si rifugia nell’affetto per un gattino orfano, proprio come lei ormai si sente. Ma il gattino cresce velocemente e la bimba non può fare lo stesso, sebbene una vacanza in campagna acceleri i tempi della sua maturazione, complice una vicina che pare un surrogato di nonna, così importante vista l’inconsistenza della madre.
Trama semplice ed esito prevedibile non danno un film banale. Al contrario. Più della bambina, il protagonista è il gatto. La coetanea o il coetaneo dell’interprete vedrà il film volentieri, con un po’ di malinconia, magari, senza che l’accompagnatore debba guardare l’orologio. Tra i pregi di Vita di gatto c’è anche durare quanto basta, senza i doppi, tripli, quadrupli finali che infestano i film italiani per famiglie.

*Vita da gatto di  Guillaume Maidatchevsky, con Capucine Sainson-Fabresse, Corinne Masiero, 83′

Nicola Caricola

Nicola Caricola su Barbadillo.it

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