Arriva il “Comandante” di Favino: in guerra il buonismo uccide chi lo pratica

La Marina Militare coproduce il film sul "Cappellini", sommergibile nel 1940 comandato da Salvatore Tòdaro

Il comandante Todaro nell’interpretazione di Favino

Israele insegna: in guerra si ammazza. Hollywood insegna: i film si fanno per incassare e si incassa per propagandare un’idea di sé.

In Italia, dove le guerre sono “missioni di pace”, i film bellici – come Comandante di Edoardo De Angelis – si mimetizzano di conseguenza: se proprio deve, l’eroe uccide, ma meno che può. Ma in guerra i nemici vanno risparmiati solo se si può imprigionarli fino alla resa. Restituirli, pronti a (far) uccidere altri italiani, è un errore letale.
Di un sentimentalismo autolesionista beneficiano nel film – e hanno beneficiato nella realtà – i naufraghi di un cargo belga al servizio dei britannici, che – protetto da bandiera neutrale – porta pezzi di ricambio per aerei nemici. Nella didascalia finale di Comandante si legge che Tòdaro cade in combattimento a fine 1942, in Tunisia. Ma che sia stato mitragliato da un aereo inglese è taciuto.
Comunque Comandante è un film dignitoso, relativamente edificante per ragazzi ormai privi di un’idea di patria combattente, come quella che agli albori della Nato offrivano i film di un marinaio e grande regista: Francesco De Robertis.
Se è giustificabile far morire sullo schermo il tenente del Genio Navale, Danilo Stiepovich, due anni prima del tempo, pur di ricordarne il sacrificio (è medaglia d’oro), far nascere tre anni prima del vero la figlia di Todaro, Marina, è solo una carineria. Meritata, certo.
Più che discutibile in Comandante è la colonna sonora. L’Inno dei sommergibilisti (“Sfiorano le onde nere nella fitta oscurità / dalle torrette fiere ogni sguardo sta / taciti ed  invisibili partono i sommergibili…”) non risulta pervenuto. Ma soccorre una buona trovata: la marcetta sulle note di Un’ora sola ti vorrei. Così bella, così malinconica, questa canzone dà allo spettatore la pelle d’oca, l’unica in due ore. Infatti il tricolore compare un attimo soltanto e si capisce perché: reca infatti lo stemma sabaudo.
*Comandante di Edoardo De Angelis, (Italia, 2023), con Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, 120′, nelle sale da oggi 31 ottobre

Nicola Caricola 

Nicola Caricola  su Barbadillo.it

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