L’anime “Inu-Oh” di Masaaki Yuasa retrodata al XIV-XV secolo la cultura pop 

Affiora il Giappone eterno nell'ucronia  di due ragazzi infelici che divengono divi

La locandina del film anime Inu-Oh

La locandina del film anime Inu-Oh

La cultura giapponese trova nel suo cinema per la gioventù la capacità di perpetuarsi e rinnovarsi, quella  che l’Europa – men che mai l’Italia – non dimostra.

Senza ostentare alcun stoicismo da samurai, il film di animazione Inu-oh (traducibile in “Il re dei cani”) racconta  di due giovani minorati che insieme diventano le star del… XIV-XV secolo, quindi sullo sfondo della lotta tra shogun per imporre un’unica autorità all’arcipelago nipponico.
Un’ucronia e, insieme, una vicenda evocante il teatro Sarugaku, precedente al teatro Noh ,attualizzando un passato quasi mitologico e conciliandolo con le agevolazioni commerciali per i film “inclusivi”. E ciò ha permesso che Inu-Oh fosse presentato alla Mostra di Venezia due anni fa, seppure solo nella rassegna “Orizzonti”.
Un ragazzino cieco e orfano impara da un cieco senescente a suonare uno strumento a corde, il biwa; un ragazzino deforme fino alla mostruosità, ma agile e con un padre vivo e colto, inventa un tipo di canto e danza che sono poi quelli del rock del XX e del XXI secolo…
Morale: il Giappone di sempre è sottotraccia al Giappone di oggi.
Occorre amarlo davvero il Giappone per sostenere – da italiani – l’ora e mezza di immersione in una vicenda così. Lo sforzo è premiato, alla fine del film, dalla sensazione di aver capito qualcosa di più di un popolo tanto diverso.

Qui il trailer

*Inu-Oh di Masaaki Yuasa, Giappone/Cina, 2021, cartoni animati, 95′, da oggi nelle sale.

@barbadilloit

Nicola Caricola

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