Carnieletto: “Egea Haffner, la ‘bambina con la valigia’, perfetta come senatore a vita istriano-dalmata”

Lo scrittore e giornalista de IlGiornale.it appoggia la campagna di Barbadillo per la nomina da parte del Colle di una personalità del confine orientale a Palazzo Madama

10 Febbraio - Giorno del ricordo delle foibe e dell'esodo dal confine orientale

10 Febbraio

Nel proseguire con la iniziativa lanciata da Barbadillo.it in occasione del Giorno del Ricordo, lo scorso 10 febbraio, È tempo che l’Italia abbia un Senatore a vita per gli esuli istriano-dalmati e fiumani, interpelliamo il giornalista Matteo Carnieletto, direttore de «Il Dalmata» https://dalmatitaliani.org/ ,giornale fondato a Zara nel 1866 e soppresso dall’Austria nel 1916, in seguito rifondato dagli esuli per dare voce ai Dalmati sparsi nel mondo. Redattore de ilGiornale.it, responsabile del sito Gli Occhi della Guerra, oggi InsideOver, Matteo Carnieletto è autore di vari libri fra i quali «Verità infoibate» scritto con Fausto Biloslavo e con il contributo di Toni Capuozzo https://signspublishing.it/prodotto/verita-infoibate/

Nel 2019 ha vinto il premio Prokhorenko-Paolicchi per i suoi studi sulla Siria.

Dottor Carnieletto, l’iniziativa di Barbadillo.it nasce per porre un rigido argine ai veleni dei negazionisti e per un doveroso riconoscimento morale, civile e politico che, seppur gravemente tardivo, l’Italia deve agli esuli istriano-dalmati e fiumani vittime di atrocità di ogni genere. Secondo lei sono maturi i tempi affinché il discriminato mondo degli esuli possa avere un Senatore a vita?

“Sulla carta, i tempi sono più che maturi. La Storia di quanto accaduto sul confine orientale è ormai chiara per chiunque abbia la voglia di approfondire. Tuttavia, i tempi della politica sono molto più lunghi e, purtroppo, si può fare poco o nulla per cambiarli. Cito un solo esempio. Il Giorno del Ricordo è stato istituito solo nel 2006, praticamente sessant’anni anni dopo la tragedia delle foibe e dell’esodo. Un’enormità. Ci sono voluti sessant’anni affinché questa tragedia, che è una tragedia dell’Italia tutta, fosse finalmente riconosciuta. Il cammino è dunque lungo e impervio, ma vale la pena percorrerlo con pacata determinazione”.

Matteo Carnieletto

Da giornalista e direttore de «Il Dalmata», come intende portare avanti l’iniziativa?

“Quello che cerco di fare con il mio lavoro, nelle sue diverse declinazioni, è molto facile: raccontare ciò che è successo realmente. Senza paura di guardare in faccia la realtà. Del resto abbiamo avuto e abbiamo persone e storie incredibili tra gli esuli. Penso a Missoni, Marchionne, Luxardo, Concina, Bracco e tanti altri. Sono le loro storie a parlare. Spesso si tratta di persone che con l’esodo avevano perso tutto e che sono riuscite, con quella determinazione e con quel carattere che è tipico degli istriani e dei dalmati, a costruire imprese eccezionali. E con il termine imprese non mi riferisco solo alle aziende. Ma parlo proprio di azioni che hanno dell’eroico e che testimoniano un modo di essere prima ancora di fare”.

Fremo restando il coinvolgimento delle Associazioni degli esuli, a suo parere in che modo dovrebbe essere individuata una rosa di nomi o individuato anche un solo nome da portare all’attenzione del Capo dello Stato?

“Come dicevo, di nomi ce ne sono tanti e raccontano insieme storie gloriose e storie umili. A quelli fatti prima, aggiungerei però il nome di Egea Haffner, la ‘bambina con la valigia’. È un simbolo. È una donna forte. È l’immagine di quella tragedia italiana”.

Nel merito prevede tempi lunghi, tempi medi, o tempi tristemente morti?

“Temo tempi lunghi ma, in cuore mio, spero che le mie previsioni siano come quelle di Fassino. Dico una cosa e accade il contrario. Mi auguro dunque di essere un pessimo profeta”.

@barbadilloit

Michele Salomone

Michele Salomone su Barbadillo.it

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