“Babylon” ovvero Hollywood tra inferno e paradiso

Il nuovo film di Damien Chazelle sul passaggio del cinema americano dal muto al sonoro

Babylon

La locandina di Babylon

A vincere un Oscar come regista a trentadue anni con LA LA Land può capitare di perdere la testa. Ma anche i produttori di Babylon di Damien Chazelle paiono avere accettato un altissimo rischio con l’investimento da quasi ottanta milioni di dollari per le oltre tre ore di film: troppe per la pazienza dello spettatore medio, ma soprattutto troppo per l’inventiva non inesauribile dello sceneggiatore (sempre Chazelle). Film hollywoodiani su Hollywood se ne sono fatti a decine, in particolare sul quinquennio 1927-1932 del passaggio dal muto al sonoro: occorreva “citare” (copiare) loro scene e loro personaggi per esibire un’erudizione, che rimanda – tra l’altro – ai volumi di Kenneth Anger, intitolati Hollywood Babilonia?

Il brio del regista – è il ritmo che salva Babylon – inciampa nella velleità dello sceneggiatore di inanellare aneddoti, personaggi secondari e regolamenti di conti. Ma importa allo spettatore, che nemmeno sa chi fosse William Randolph Hearst (1863-1951), prendere le parti chi voleva i suoi soldi senza avere il suo rispetto? Ma Chazelle si sente reincarnazione di Orson Welles, tanto da credere giusto coprire Hearst del vomito fluviale – degno dell’Esorcista – che sgorga dalla bocca di Margot Robbie (bravissima, peraltro).

Ma chi ama il cinema più di se stesso veda egualmente Babylon. Eccessivo nel raffigurare gli eccessi – alla maniera compiaciuta del Caligola di Bob Guccione -, Chazelle tiene a spiegare nel finale, con una scena didascalica, che attraverso certi orrori si diventa immortali, non come corpo e anima, ma come ”fantasmi di celluloide”. Più belli e più dannati, come pionieri e loro progenitori, dei personaggi ambiziosi, ma non indemoniati, di LA LA Land.  

*Babylon di Damien Chazelle (189’), con Margot Robbie, Brad Pitt, Diego Calva, Eric Roberts, in uscita giovedì 19 gennaio           

@barbadilloit

Nicola Caricola

Nicola Caricola su Barbadillo.it

Exit mobile version