Formula 1. Verstappen vince nel nubifragio in Giappone ed è campione del mondo

La vittoria al Gp di Suzuka porta l'olandese a conquistare matematicamente il titolo iridato

Il Gran Premio del Giappone torna in calendario dopo tre anni, in uno degli appuntamenti più attesi: la veloce e tecnica pista di Suzuka, con la sua conformazione a “8”, è il teatro del diciottesimo Gran Premio della stagione.

Non è un caso, visti i carichi sugli pneumatici, che la Pirelli abbia scelto le mescole più dure della gamma, portando le C3 (Soft), C2 (Medium) e le C1 (Hard).

 

Le prove libere

La pioggia, intensa, bagna entrambe le sessioni di libere del venerdì, stravolgendo i programmi di squadre e piloti, oltre a rendere impossibili le prove da fare con i nuovi pneumatici del 2023.

Le FP1 sono comunque appannaggio di Alonso, in 1’42”248 (Intermedie), con Russell primo nelle FP2 del pomeriggio, avendo fatto segnare 1’41”935 (Intermedie).

Nelle FP3, asciutte, davanti a tutti è Max Verstappen, con il tempo di 1’30”671 (Soft).

 

Le qualifiche

Anche le qualifiche sono asciutte, sebbene spiri un forte vento.

Verstappen si prende la Q1, in 1’30”224 (Soft), imitato poi dal compagno Perez, che nella Q2 ferma il cronometro sull’1’29”925.

L’olandese si conferma nella Q3, conquistando la pole position, nonostante il doppio brivido di un errore nell’ultimo giro veloce (concluso in 1’29”332) che non gli consente di ritoccare l’1’29”304 del run l’iniziale e di un precedente impedimento su Norris, punito con una reprimenda dopo le qualifiche stesse.

Alle sue spalle, per soli dieci millesimi, Leclerc sulla Ferrari; poi Sainz, Perez, Ocon, Hamilton.

Notevole la prestazione di Vettel, che porta la sua Aston Martin in nona posizione.

 

La gara

Il giorno del Gran Premio ci pensa un temporale a rimescolare le carte; Gasly riassetta completamente la vettura, schierandosi in pit lane con gomme Full Wet, a fronte delle Intermedie scelte dagli altri partenti.

Allo spegnimento dei semafori Leclerc ha un ottimo spunto ma Verstappen allunga la staccata e all’esterno mantiene la testa, mentre Sainz cede la terza posizione a Perez, salvo poi terminare la gara, poche curve dopo, contro le barriere del tracciato giapponese; al primo giro si ritira anche Albon, per problemi tecnici.

Deve entrare la Safety Car, finché la bandiera rossa della Direzione sospende temporaneamente le ostilità alla terza tornata.

Si prova a gareggiare nuovamente, trascorse circa due ore dall’interruzione, dietro la Safety Car e con l’obbligo degli pneumatici da bagnato estremo: la partenza lanciata è anticipata da Latifi e Vettel che effettuano il pit stop, rischiando le Intermedie, imitati da Norris e Bottas la tornata successiva.

L’evoluzione della pista è tale che nel giro di pochi minuti tutti passano alle Intermedie: in testa, Verstappen continua a fare l’andatura.

Pur nella massima prudenza, il più scatenato sembra essere Russell che uscito dalla zona punti in seguito alle soste, vi ritorna con gli affondi su Tsunoda, Norris e in seguito su Latifi; il compagno Hamilton non vorrebbe essere da meno ma i suoi tentativi di prendersi la quarta posizione, s’infrangono sulla resistenza di Ocon, aiutato dalla velocità di punta della sua Alpine.

Davanti, con Verstappen capofila, il crollo prestazionale degli pneumatici posteriori di Leclerc aiuta Perez a riavvicinarglisi: il messicano prova più volte a farsi vedere all’interno del tornante, sfruttando la migliore aderenza nelle curve lente ma Leclerc, da parte sua, si difende strenuamente, scegliendo la linea esterna per sfruttare l’accelerazione e riuscendo nel complesso a gestire la situazione fino al giro conclusivo.

La bandiera a scacchi saluta la vittoria di Max Verstappen, mentre alle sue spalle c’è lotta.

Leclerc, infatti, all’ultima chicane sbaglia la frenata e taglia la curva ma nel rientrare in pista stringe il messicano: considerata un vantaggio improprio, la manovra gli costa una penalità di 5” che lo fa scivolare in terza posizione.

Il paradosso, però, arriva quando i piloti sono già scesi dalle vetture, durante le interviste di rito: la piena validità della gara (con pieno punteggio) e la concomitante assegnazione dei 5” a Leclerc, materializzano di fronte a Verstappen il titolo mondiale, con suo grande stupore; suo e degli appassionati.

A ben guardare, il regolamento stabilisce che i punti siano ridotti (e scaglionati) solamente nel caso in cui un Gran Premio sia interrotto, per non riprendere più; dopodiché, sulla base della percentuale di giri completati, esistono vari elenchi di punti ridotti da assegnare.

Tuttavia, nel caso in cui una gara finisca sotto la bandiera a scacchi, il punteggio previsto è quello classico.

Nel caso di specie, in effetti, tenuto conto del limite onnicomprensivo delle tre entro le quali un evento deve essere completato (tre ore considerando pure le pause o le interruzioni), la gara è stata completata regolarmente, al raggiungimento della terza ora complessiva, nonostante siano stati eseguiti 28 giri, in loco dei 53 inizialmente previsti.

Il regolamento è stato dunque applicato alla lettera.

Verstappen vince in Giappone ed è matematicamente Campione del Mondo; con lui, sul podio, salgono Perez e Leclerc.

In zona punti si classificano Ocon, bravo a tenere a bada Hamilton, rimasto quinto, poi Vettel sesto, in volata su Fernando Alonso settimo (e l’unico tra i primi dieci a essersi fermato due volte in gara), Russell, Latifi (primi due punti dell’anno per il canadese della Williams) e decimo Norris.

Il giro più veloce è appannaggio di Zhou, in 1’44”411, fatto siglare al giro 20 ma non ricompensato con il punto addizionale: il pilota dell’Alfa Romeo-Sauber è infatti sedicesimo al traguardo, fuori dai primi dieci.

La Formula 1 tornerà in pista tra due settimane, ad Austin, per il Gran Premio degli Stati Uniti.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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