L’intervista. Marion Le Pen: “Ripensare la nazione con un rinnovato tradizionalismo”

France Le PenTraduciamo l’intervista rilasciata lo scorso mese alla Pravda da Marion Le Pen, lo facciamo per per testimoniare due importanti elementi: il primo, la linearità politica di una destra tanto radicale quanto diffusa come quella del Front National; il secondo, la sua capacità di creare assi geopolitici da sempre considerati necessari da tutte le destre europee: in particolare la Le Pen evidenzia il ruolo dell’Europa ignava negli scenari roventi di Siria e nord Africa. (Giacomo Petrella)

Marion Maréchal Le Pen è la nipote del leader nazionalista francese Jean-Marie Le Pen. Eletta lo scorso anno – a soli 22 anni di età – alla Camera dei Deputati, ha fermamente difeso le sue convinzioni e i valori della famiglia tradizionale durante la lunga lotta che oppone il governo socialista francese, in difficoltà, davanti al forte ​​movimento cristiano e conservatore. Illustrando la sua paradossale dinastia democratica, ha risposto alle domande di Tatiana Popova per la Pravda.ru.

“Signorina Le Pen, lei è il più giovane membro del parlamento francese. Nota per aver dimostrato una forte riluttanza al cosiddetto matrimonio per tutti. Puoi spiegare ai nostri lettori i dettagli della vostra posizione? E come si spiega l’eccessiva reazione del governo francese? “

In realtà, questa lotta mi sta molto a cuore e sono d’accordo con la gioventù francese che si è mobilitata negli ultimi mesi per difendere il quadro insuperabile dei nostri valori e il rispetto per le leggi naturali. Abbiamo assistito all’onnipotenza di una “nano-lobby” che da sola, con le sue poche centinaia di membri, è stata in grado di distruggere l’istituto del matrimonio, come prova della decadenza e di consacrare il desiderio egoistico e individuale al di sopra di qualsiasi altra considerazione, come il benessere del bambino adottato, anche contro il parere di molti riconosciuti psichiatri francesi. Tengo a sottolineare inoltre le numerose violazioni da parte della sinistra libertaria alle nostre libertà individuali; il governo socialista ha sottovalutato il numero di manifestanti, abbiamo subito palesi provocazioni, un uso eccessivo della violenza da parte della polizia, per non parlare della detenzione per reati di opinione… La democrazia francese sta morendo sotto i nostri occhi per la volontà di una élite ideologica che sta costringendo i francesi ad abbandonare ogni attaccamento verso la famiglia e la nazione, per meglio imporre l’utopia globale. Fortunatamente, la forza di questi ultimi mesi ha dimostrato che la coscienza francese non è morta! ”

“La scienza e l’agenda transumana continuano a sfidare e respingere ogni etica; ha sentito parlare dei neonati Google, acquistati in Internet, commissionati in America, le cui “madri” vengono de localizzate, da qualche parte in India, dove i prodotti di uso umano possono essere acquistati e impacchettati. Pensa che una coscienza cristiana o umanista possa ancora intervenire in queste circostanze? “

“La realtà è che oggi veniamo al vertice del nichilismo moderno, in cui l’uomo è in definitiva nient’altro che un bene. In questo regno di libero scambio, la concezione del “progresso” è modellato sullo sviluppo sociale del progresso tecnico. Questo strano ragionamento per analogia ci porta a considerare che le società umane, come i progressi tecnologici, possono evolvere solo verso una maggiore progresso sociale e quindi sempre al meglio. Il vero pericolo di questa legge risiede negli eccessi legati all’arrivo di una incontrollata tecnologia di riproduzione assistita; penso alle coppie lesbiche o alla maternità surrogata per gli uomini, voluta in nome della “uguaglianza.” Il corpo umano e la personalità diventano così un prodotto di consumo, in nome del progresso e dell’uguaglianza. Le vere femministe dovrebbero ribellarsi a tale disprezzo della donna.”

“Sempre per i nostri lettori, puoi darci un ‘idea del viaggio intellettuale e persino famigliare (il suo rapporto con suo nonno, per esempio)? Qual è il suo modello del passato, se ce n’è uno? La grande figura storica?”

“Vengo da una famosa famiglia politica francese, la cui figura storica, Jean-Marie Le Pen, per molti anni, ha scatenato forti passioni per aver difeso da solo l’idea di nazione, venendo disprezzato e rifiutato dalle nostre élite, in nome della lotta contro “l’odio nazionalista” e ” l’estremismo.” La mia vita personale da allora mi ha insegnato le avversità, e per questo, oggi, l’arena politica non mi spaventa. Sono cresciuta nell’amore del mio paese e io ne assumo ogni errore e ogni realizzazione. Napoleone ha detto che da Giovanna d’Arco a Robespierre, ha preso ispirazione da tutti! Non sto sostenendo un conservatorismo compiaciuto ma un tradizionalismo intelligente attraverso cui una nazione che ripensa il suo passato attraverso anche i suoi errori, può essere rinnovata. In questo senso la mia nazione possiede più di 1000 anni di storia e sarebbe bello ricominciare evitando di incasellarla solo nella rivoluzione del 1789. Ci sono molte figure storiche che io venero, e Giovanna d’Arco è sicuramente uno dei miei preferiti: pensare a questa guerra condotta da una pastorella guidata dalla Provvidenza per salvare il paese dalla occupanti anglosassoni… “.

“Si è soliti lamentarsi delle nuove generazioni da almeno cinquanta o sessant’anni. Come vede la sua generazione ora che il FN è al 26%? La gioventù francese è ancora considerata ignorante, alienata dalla tecnologia, dagli smartphone e rapita mentalmente dai media? O è piuttosto ribelle e pronta a sostenere il vostro movimento al potere in Francia?”

“I fatti sono chiari. Nonostante l’influsso ideologico operato attraverso i media tradizionali e l’educazione nazionale per anni, i giovani di Francia sono ancora pieni di risorse. Oggi il giovane è vittima pietoso della rivoluzione controculturale e morale del 1968 che tanti danni ha causato. La realtà la vediamo tutti i giorni: disoccupazione di massa, diffusa insicurezza, immigrazione massiccia. Paghiamo per gli errori dei nostri anziani e la crisi economica incide drammaticamente sulle restanti difese naturali che sono la famiglia e la comunità nazionale, laddove noi concentriamo il nostro movimento. “Famiglia per tutti”, che ha riunito milioni di persone per diversi mesi, è stata caratterizzata da attori giovani. Li abbiamo visto uscire dal bosco, estremamente determinati con una vera coscienza politica, senza temere né il giudizio moralistico delle nostre élite né la loro repressione irrazionale. Tutto questo è molto incoraggiante per il futuro e mi dà grande speranza, perché con loro, ho visto che saremo in grado di costruire la Francia di domani “.

“Quali sono i fattori che potrebbero spingere il vostro movimento al potere negli anni a venire – probabilmente decisivi? Siete pronti allora, anche senza un grande apparato di partito?”

“Una delle ragioni del nostro successo elettorale è che i francesi ammettono la veridicità di ciò che abbiamo detto per anni. Dico spesso che abbiamo avuto ragione troppo presto. I francesi hanno ormai capito che il Fronte Nazionale è l’unico movimento che può risolvere concretamente i problemi della nazione! Stiamo osservando il collasso delle élite, quelle del potere e del denaro, un collasso che porta sempre più francesi a votare per noi. I nostri avversari hanno fallito ovunque, su tutto, e per troppo tempo con una vera e brillante costanza! I miei concittadini sono stanchi di questa fiera dello zero. Certo, abbiamo meno risorse finanziarie di altri, ma per fare politica in modo diverso abbiamo mantenuto la cultura militante; così ora siamo molto più efficienti dei nostri avversari del PS e dell’UMP. ”

“Oggi siamo di fronte a un problema sorprendente in Francia, in Europa, in Occidente nel suo complesso, le élites ostili. I Parlamentari non sostengono i cittadini che essi rappresentano, i burocrati non li servono, i giornalisti ei media mainstream li disprezzano. Come si analizza il problema delle élites ostili? ”

“Amo il vostro concetto di “élite ostile”! Riassume molto bene quello che stiamo vivendo oggi. La popolazione è, infatti, diventata la variabile di aggiustamento della guerra politica per possedere più potere. Il dilemma dei politici europei di oggi non è quello di servire il popolo, ma quello di servire loro stessi. Queste élite combattono e ammirano l’un l’altro, allo stesso tempo, ognuno fa ciò che vuole l’altro, desidera ciò che ha l’altro. Vivono in una logica del guadagno immediato senza ritegno alcuno. In troppi sono coinvolti in questioni di affari e non d’ideologia. Trotzkisti e Maoisti degli anni ’70 sono diventati re e guru dei media della globalizzazione, i grandi sacerdoti dell’economia finanziaria. L’ostilità delle élite viene dal fatto che essi non stanno più perseguendo gli stessi obiettivi e le stesse speranze dei loro popoli. Per questo, ideologizzando i loro stili di vita, attaccano le nostre radici nazionali, divenute un ostacolo alla volontà di potenza della globalizzazione.

“In uno dei tuoi ultimi interventi, è stato ricordato il fatto che il partito comunista un tempo difendeva la classe operaia contro l’immigrazione. Perché questo partito ha rinunciato alla sua missione e perchè il Fronte Nazionale è diventato il primo partito operaio in Francia?”

“Ricordiamo il 1979. Il caso della” Vitry Bulldozer ” è stato il canto del cigno del comunismo in Francia. Del Partito comunista francese, che finora aveva presentato l’immigrazione di massa come l’ esercito di riserva di capitale ha ceduto alle lusinghe del potere con la arrivo di François Mitterrand nel 1981. Il PCF è stato progressivamente emarginato sino a diventare il portavoce delle minoranze irregolari. Le persone hanno voltato le spalle al PCF, ma invece di fare autocritica, il “partito” ha deciso di difendere tutto ciò che non interessa il popolo. Il Fronte nazionale difende veramente coloro che sono più vulnerabili perché sono più esposti alla precarietà, allo smantellamento dei diritti e alla follia della globalizzazione. Questo è, a mio parere, la ragione del nostro successo fra le masse, ora che il partito comunista ha rinunciato alla falce e il martello!”

“L’Europa unita è stato un progetto politico inizialmente vincente, poi spaventoso – quando lei era ancora una bambina, e che oggi diventa tanto tetro quanto assurdo. La Francia può uscire da questa trappola? Altrimenti come può evitare altre perdite di sovranità?”

L’idea iniziale era quella di assicurare la pace e per consentire alle nazioni europee di condividere risorse e competenze. L’Unione europea e la sua commissione non hanno nulla a che fare con l’idea fondante. Si va verso una struttura federale, quando quella del generale de Gaulle era confederale. Alcuni dicono che questa è la stessa cosa. Ma no, non ha nulla a che fare! La confederazione è un’unione di paesi indipendenti o il progetto dell’attuale Commissione è quello di trasferire il più possibile le capacità, la comprensione e la sovranità di un gruppo senza legittimazione popolare.

“Idem per il controllo dell’ immigrazione che è diventato non più un problema francese (che il signor Le Pen ha sollevato negli anni ’70), ma una questione a livello mondiale? Quali sono le vostre proposte per conciliare la libertà di movimento e la conservazione delle nazioni? “

Soprattutto, dobbiamo uscire immediatamente l’area Schengen. Dobbiamo fermare i finanziamenti a pioggia di cui beneficia il mondo dell’immigrazione, e riservare il nostro modello sociale ai nostri cittadini. Dobbiamo smettere di creare nuovi francesi, senza alcuna condizione; lo ius soli crea situazioni insostenibili in materia di immigrazione, soprattutto nei nostri dipartimenti e territori d’oltremare. Dobbiamo stringere le condizioni per la concessione e la revoca della nazionalità francese. Uno straniero che arriva in Francia deve soddisfare i propri bisogni, perché la Francia con il suo enorme debito non ha più i mezzi per curare, nutrire, e fornire l’alloggio a tutti gli immigrati, spesso a scapito dei cittadini francesi. E, naturalmente, per questo, è necessario far rispettare la legge, dando alla polizia i mezzi per svolgere la propria missione.

“Nella lotta contro il globalismo e la correttezza politica, Vladimir Putin è spesso preso di mira in modo aggressivo dai media occidentali. Sognate come il generale de Gaulle e tuo nonno un’Europa boreale dall’Atlantico agli Urali e oltre?”

“E ‘chiaro che abbiamo molto in comune e molto da condividere con la Russia. Quel che è certo è che abbiamo i mezzi e le risorse per offrire un’alternativa al globalismo. I nostri obiettivi contrastano con quelli di Inghilterra e Germania per storia diplomatica. L’Inghilterra spinge verso il “mondo aperto”, come disse Churchill, e la Germania rimane parzialmente ancorata all’idea della Mittel-Europa. Entrambe le visioni sono abbastanza in contrasto con gli interessi della Francia. Altri pensano che dovremmo essere relegati a quello che viene visto come la seconda divisione dell’ Europa, chiamata con disprezzo Club Méditerranée (Francia, Italia, Spagna, Grecia …). La situazione è molto complicata ma sono convinta che la Francia e la Russia hanno un interesse comune da raggiungere, perché entrambe rispettano la tradizione della grande armonia e la non ingerenza negli affari interni”.

“Qual è la sua posizione sul conflitto siriano e la cosiddetta primavera araba?”

“Il governo è nella scia dell’Unione europea, che prende i suoi ordini da Washington. Il risultato è la nascita di movimenti islamici più radicali. Libia e la Siria sono la prova del divario evidente tra emozione e ragione. Né Gheddafi né Assad sono stati grandi leader democratici e io non li difendono, ma dobbiamo essere realisti. Cosa ci dicono i fatti? I conflitti libico e siriano hanno dimostrato che la deflagrazione di uno Stato forte crea le condizioni per infinite lotte etniche e scontri religiosi, con lo sfondo dell’insorgere di gruppi della jihad. Nel frattempo i paesi dell’Unione europea continuano a spingere per una esplosione nel Maghreb e nel Mashreq. Questa è, a mio avviso, una cecità ideologica colpevole. Credo sinceramente che da un errore di osservazione, siamo ora passati alla follia irrazionale “.

“Lei è molto giovane e ancora unica nel parlamento francese. In questo cupo contesto, come si può rimanere lungamente in politica e in quali condizioni?”

“Non si sceglie di fare politica, sono gli elettori che scelgono. Tuttavia, io non sono uno di quelli che si accontenta di essere spettatore del proprio tempo, quindi penso sempre a lavorare in un modo o in un altro per il mio paese. Ci sono molti modi di fare politica, non so dire quello che farò dopo il mio mandato, non sono capace a progettare un piano di carriera, così mi impegno dove il mio contributo può essere più utile. ”

*Marion Le Pen intervistata da Tatiana Popova

Tatiana Popova

Tatiana Popova su Barbadillo.it

Exit mobile version