• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
lunedì 16 Giugno 2025
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Corsivi

I costi del relativismo etico

Il 15 maggio  si è celebrata la  “Giornata internazionale della famiglia”, indetta dall’ Onu. In pochi sembrano essersene accorti

by Mario Bozzi Sentieri
23 Maggio 2022
in Corsivi
4
Manif pour tous

Il 15 maggio  si è celebrata la  “Giornata internazionale della famiglia”, indetta dall’ Onu. In pochi sembrano essersene accorti.  A cominciare dalle famiglie, soffocate dalle emergenze  quotidiane, dalla crisi economica, dalla mancanza di lavoro, dalla  precarietà. Una precarietà che va  “letta”  non solo  sulla base dei parametri economici, quanto  piuttosto quale sintomo di un disagio più profondo, insieme etico ed esistenziale. 

Quello che ci  consegnano le cronache quotidiane sono  infatti le “fotografie”   di frustrazioni, di tensioni e violenze familiari sempre più determinate dalla rottura dell’ordine familiare, dal disagio nel rapporto tra i coniugi, dai divorzi. 

L’esercito dei nuovi poveri viene soprattutto  da lì,  dal continuo aumento di divorzi e separazioni, diffusi soprattutto  nelle fasce sociali medio-basse, tra operai, impiegati, militari e insegnanti con uno stipendio medio di 1.500 euro. Se si considera che molti padri sono costretti ad abbandonare la casa coniugale, anche se di proprietà esclusiva e magari con un mutuo in corso, e a versare un assegno di mantenimento nei confronti della madre (se non ha reddito sufficiente) e comunque nei confronti dei figli, il calcolo è facile. Inoltre in molti casi, nonostante la situazione economica in cui ci si trova, risulta difficile chiedere un sostegno economico agli enti comunali/regionali perché il valore ISEE è alto non avendo più i figli nello stato di famiglia.
La bigenitorialità, la responsabilità congiunta nell’educazione dei figli, è irrealizzabile quando il papà non ha una casa e vive in macchina creando poi un circolo vizioso, con il rischio che il Tribunale per i minorenni possa togliergli i figli. In tanti rinunciano ad essere genitori perché si vergognano delle loro condizioni, e per questo preferiscono allontanarsi dai figli piuttosto che farsi vedere come dei barboni.

La libertà del relativismo tanto più è assoluta, cioè senza limiti, tanto più appare foriera di nuovi traumi all’interno del corpo sociale, a cominciare dalla famiglia. Con questi mali occorre fare i conti. Conti morali ed insieme sociali ed economici, proprio per la capacità che essi hanno di segnare il corpo della società. 

Viviamo in un tempo ben strano, pieno di controsensi, di contraddizioni tanto grandi quanto tenute ben nascoste al senso comune o spesso capaci di carpirne la buona fede. Ci si preoccupa giustamente della sicurezza del cittadino e della sua salute. Gli si impongono misure atte a salvaguardarne la sicurezza motoria: caschi e cinture, controlli periodici e vincoli. La libera vendita delle sostanze stupefacenti è proibita. Non siamo ancora usciti del tutto dagli obblighi imposti per l’emergenza Covid. Sui pacchetti delle sigarette compaiono scritte allarmanti sul rischio di morte.

Uguale zelo non sembra essere destinato ai rischi determinati dalla messa in crisi della famiglia, dall’aborto, dall’assunzione di sostanze stupefacenti e dalla  discussione dell’ordine naturale. La bandiera della cultura dominante è il liberi tutti. Ognuno, poi, si arrangi come può. 

“Relativizzare” l’etica, con ciò che comporta per le sue ricadute sulla vita del singolo individuo, delle famiglie, della società, appare un diritto da allargare, un impegno quotidiano per il quale non debbono essere posti nuovi limiti e debbono essere rimossi i vecchi.

Non ci sono  dunque cinture di sicurezza o caschi, né particolari avvisi per chi voglia fare del relativismo etico una sorta di laboratorio permanente delle proprie spericolatezze. Dei rischi a cui viene esposto dall’espandersi del relativismo,  il cittadino non è allertato. Non ci sono cartelli indicatori che lo avvisino. Non ci sono campagne informative che lo mettano in allarme.  Al contrario, egli è quotidianamente sottoposto ad una costante opera di indottrinamento inconsapevole, in grado di rendere dolce il processo di depotenziamento collettivo, di resa, di assuefazione. E tutto questo senza che le conseguenze concrete di tale deriva siano ben chiare a chi le farà. Senza che i costi sociali e personali siano chiaramente indicati.

Accade così che, riempito il ricco carrello del relativismo, l’ignaro cittadino arrivi alla cassa senza sapere il prezzo da pagare, convinto anzi che tutto gli è dovuto gratuitamente.

Il risultato è che le conseguenze di tali scelte ricadono sul malcapitato, al punto da stravolgere la sua vita e quella di chi gli sta intorno. Proviamo a moltiplicare queste conseguenze per milioni di volte ed avremo il quadro della società moderna, scricchiolante e sempre più instabile,  di famiglie segnate da una crisi che diventa economica in quanto è crisi etica e non viceversa, di singoli gettati ai margini della società, senza più riferimenti esistenziali ancor prima che materiali.

Di questo, anche di questo vorremmo sentire parlare,  quando si “celebra” la  famiglia e si denunciano le sue odierne difficoltà, oggettivamente ben più rilevanti di qualche tasso bancario   in salita o in discesa.   

Mario Bozzi Sentieri

Mario Bozzi Sentieri

Mario Bozzi Sentieri su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0
Tags: Giornata internazionale della famiglia”mario bozzi sentierirelativismo etico

Related Posts

Gli identitari e una fase costituente per un’Europa federale

“Potenza Europa” come archetipo per ricostruire uno spazio di destino

16 Giugno 2025
2 Giugno. Referendum Monarchia/Repubblica: Pino Romualdi e la neutralità dei fascisti

Il ricordo. Giuseppe Parlato esempio di rigore scientifico e anticonformismo

13 Giugno 2025

La stanza dell’ospite. I “buoni” che censurano i fatti, se li urtano

Il ricordo (di M.Veneziani). Ci mancherà il garbo signorile di Giuseppe Del Ninno

Il ricordo. Giuseppe Del Ninno intellettuale libero tra cinema e Nuova Destra

Addio all’intellettuale non conformista Giuseppe Del Ninno

Truffe del crimine organizzato: norme a tutela degli italiani in età

Voglia di diventare genitori, oltre la crisi demografica

Il ricordo (di Enrico Nistri). Parlato e il rigore della ricerca storica sulla nascita del Msi

Comments 4

  1. Guidobono says:
    3 anni ago

    La famiglia non si celebra a tavolino (o con manifestazioni). È un valore che si sente oppure no…

  2. Guidobono says:
    3 anni ago

    L’ONU faccia il suo mestiere (che notoriamente non fa). Non è una ONG pagata dall’8 per mille del citrullo cittadino della penisola…

  3. Luca says:
    3 anni ago

    Non è che il cittadino sia illuso; è che da decenni si è diffusa l’ideologia secondo cui l’unica legge è “faccio quello che mi pare”. Viene propagandata anche nelle facoltà di filosofia delle ridicole università italiane come Tor Vergata. Ovviamente costoro pretendevano di “fare quello che mi pare” facendosi mantenere coi soldi di papà, magari un impiegato che per decenni aveva risparmiato e per questo dal sinistrume plebeo delle periferie urbane veniva considerato “ricco”. Ovviamente questa idiozia oggi non può più reggersi sui soldi altrui, dato che l’euro ha dimezzato il valore effettivo dei soldi e prima o poi gli ex adolescenti degli anni Ottanta-Novanta hanno dovuto fare i conti con la realtà.
    Resta il fatto che in ogni caso il comandamento ufficiale è il veltroniano “più libertà”, inteso sempre come fare quello che mi pare. Il corto circuito ormai comincia a essere evidente, ma ancora non si può dire. Ufficialmente, se uno finisce nei guai (famiglie sfasciate, soldi finiti ecc.), sono cavoli suoi, è sfigato e via insultando.

  4. Guidobono says:
    3 anni ago

    Se uno finisce nei guai, a meno dell’assistenzialismo di Stato, pernicioso più della peste nera, certo che son cavoli suoi! Ci sono buoni e cattivi maestri in giro, da decenni. Basta saper scegliere i buoni…

Più letti

  • “C’è ancora domani”, tutte le sbavature nel film di Cortellesi

    “C’è ancora domani”, tutte le sbavature nel film di Cortellesi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La polemica. Al film della Cortellesi preferiamo l’epopea della Magnani in “Onorevole Angelina”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Salviamo il Comandante Todaro: mito e realtà di un eroe italiano (senza buonismo)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • In “The Penitent” di Barbareschi la religione è nel mirino degli lgbt

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La vita romanzesca di Edda Ciano Mussolini tra amore, odio e perdono

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Addio Romana Cavanna: dal ’45 seppe piegare ogni avversità

Addio Romana Cavanna: dal ’45 seppe piegare ogni avversità

16 Giugno 2025
Focus. “L’Orologio” di Lucci Chiarissi: una rivista corsara (anche) per l’orizzonte in politica estera

Focus. “L’Orologio” di Lucci Chiarissi: una rivista corsara (anche) per l’orizzonte in politica estera

16 Giugno 2025
“Neanche con un fiore”: oggi a Milano convegno sulla violenza

“Neanche con un fiore”: oggi a Milano convegno sulla violenza

16 Giugno 2025

Ultimi commenti

  • Giovanni su Le Parigi di Pierre Drieu La Rochelle, città che narra vita e morte dello scrittore solitario
  • Sandro su La chiesa di san Giovanni Crisostomo a Bari, ponte fra Oriente e Occidente
  • Tullio Zolia su Riscoprire il mito di Dioniso con il saggio di Walter Friedrich Otto
  • Iginio su Parla Massimo L’Andolina: dalla Calabria al Circolo Polare
  • Iginio su La chiesa di san Giovanni Crisostomo a Bari, ponte fra Oriente e Occidente
  • Guidobono su La stanza dell’ospite. I “buoni” che censurano i fatti, se li urtano
  • Guidobono su La stanza dell’ospite. I “buoni” che censurano i fatti, se li urtano

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più