Sopraffatto dalla grandezza e dalla persistenza delle contestazioni contro la legge Taubira che regola il matrimonio e l’adozione per le coppie omosessuali (contestazioni che progressivamente oltrepassano la materia in oggetto per trasformarsi in un rifiuto generale della politica di governo …), François Hollande ed i suoi ministri hanno palesemente puntato sulla carta della repressione e sulle punizioni esemplari per stroncare il movimento. Abbiamo dunque assistito in Francia ad un aumento senza precedenti di arresti, custodie cautelari (provvedimenti, questi, protratti anche per diversi giorni), comparizioni immediate e perfino incarcerazioni, tutto ciò con motivazioni assurde e grottesche.
Il fumogeno brandito dai militanti che hanno interrotto la finale del Roland Garros, ad esempio, si è trasformato in arma impropria, con il conseguente fermo di 72 ore tra detenzioni e interrogatori. Abitualmente così passiva e lassista di fronte alle disordini multietnici delle periferie francesi, la Polizia Nazionale ha mostrato improvvisamente un rigore inflessibile ed estremamente “efficace”.
La natura politica della repressione in corso è facilmente dimostrata dall’incredibile disparità tra il trattamento subito dai giovani attivisti del “printemps français ” e quello abitualmente in auge nell’universo “giuridico-poliziesco” francese. Il caso più emblematico è ovviamente quello di Nicolas Bernard Buss, condannato a due mesi di reclusione ed immediatamente incarcerato dopo essere stato fermato a termine di un’azione dimostrativa pacifica, in un paese in cui la sovrappopolazione carceraria è endemica e, nel caso di sentenze inferiori ad un anno, persino per spaccio di stupefacenti o violenza sessuale, non si arriva mai all’esecuzione del provvedimento per mancanza di spazio.
Ebbene, dall’inizio di quest’anno, 82mila sentenze sono rimaste “in attesa di esecuzione”, e tuttavia si è trovato il posto per imprigionare il povero Nicolas, reo di fatti molto gravi come il rifiuto di essersi sottoposto alle prove del Dna e la presunta resistenza a pubblico ufficiale. Chi conosce la realtà della società francese, ed in particolare le zone di illegalità in cui criminali multi recidivi che spacciano, stuprano, aggrediscono le forze dell’ordine senza mai essere seriamente indagati, non può che trovare ridicolo ed ingiusto l’arresto del giovane Nicolas, 23 anni, studente.
Una decisione più che scandalosa considerando anche la composizione etnica delle carceri francesi, in grado di trasformare qualsiasi soggiorno carcerario di un “francese di nascita”, etichettato inoltre come “fascista”, in una doppia punizione infernale. Tutto ciò non è altro che un ritorno alle «lettres de cachets » (1), tanto fischiate dai piccoli maestri di sinistra quando si trattava di denunciare il carattere autoritario della monarchia.
Questo chiaro tentativo di intimidazione politica contro i manifestanti (e spesso parliamo di madri, giovani ragazze, famiglie intere, anziani, suore, preti ecc.) che hanno al loro attivo solamente reati minori o una fedina penale immacolata (non parliamo di distruzione della proprietà privata, aggressioni, furti o danni. ..) è reso possibile dal fatto che la magistratura francese è colonizzata da militanti di estrema sinistra in seno al sindacato dei magistrati che rappresenta oltre il 30% dei giudici e dispone di “feudi” a Parigi, Bordeaux , Amiens …
Un sindacato che è salito recentemente agli “onori” della cronaca per la rivelazione della presenza nei locali dello stesso di un “angolo degli imbecilli” dove venivano appese le foto di persone o militanti di destra e perfino di alcune vittime o dei genitori delle vittime che hanno avuto la cattiva idea di non condividere l’inclinazione ideologica dei piccoli tribunali. Si può facilmente immaginare, a questo punto, la parzialità dei giudici, che sono, di fatto, militanti politici al servizio della loro causa.
Il messaggio è molto chiaro in tutti i casi. Come ai bei tempi del Terrore, che è il fondamento ontologico di questa piccola repubblica debole con i forti e forte con i deboli: nessuna libertà per i nemici della libertà e la volontà del Potere sarà quella di imporsi sempre al Diritto quando si tratta di punire gli impudenti che osano sfidarlo.
(1) Nella storia della Francia, le lettres de cachet erano lettere firmate dal re di Francia, controfirmate da uno dei suoi ministri e chiuse con il sigillo reale, o cachet. Le lettere contenevano ordini diretti del Re, spesso per forzare azioni arbitrarie e giudizi a cui non si poteva fare appello.