Tokyo2020. Chi è Marcell Jacobs, il nuovo Dio del vento italiano

Ripercorre con onore i fasti di Pietro Mennea e le polemiche strumentali della politica (da sinistra) sono davvero miseria rispetto all'impresa compita dall'atleta azzurro

Marcell Jacobs

Il Dio del vento è italiano. Si chiama Marcell Jacobs da Desenzano del Garda ed è il nuovo campione olimpico dei 100 metri con tanto di record europeo sbriciolato tanto in semifinale quanto in finale. Ha vinto la gara di atletica più importante del mondo, prendendo lo scettro e la medaglia che nelle ultime Olimpiadi era stata di Usain Bolt. Ripercorre con onore i fasti di Pietro Mennea e le polemiche strumentali della politica (da sinistra) sono davvero miseria rispetto all’impresa compita dall’atleta azzurro.

La bio

Il 26enne è nato a El Paso da padre texano (ha prestato servizio alla caserma ‘Ederle’ di Vicenza con i marines) e mamma di Desenzano del Garda. I suoi genitori si sono separati quando aveva 6 mesi e Marcell è andato a vivere in Italia con la madre mentre il padre è rimasto in Texas. I rapporti fra i due sono stati inesistenti fino all’anno scorso quando hanno cercato di costruire una relazione.

Jacobs ha tre figli, Anthony e Megan avuti dall’attuale compagna Nicole, e Jeremy da una relazione precedente all’età di 19 anni.

Il percorso sportivo

Ha iniziato a praticare l’atletica inizia a 10 anni: all’inizio con il salto in lungo dove arriva fino al titolo italiano promesse in 7.84 metri. Il suo sogno si chiama Rio ma arriva un brutto infortunio al quadricipite che, con il senno di poi, è manna dal cielo. Quasi un anno di stop e poi il passaggio alla velocità con una progressione costante fino all’impresa impossibile.

La dedica

“Il mio successo? Lo dedico a tutta l’Italia. Ho visto tutte le gare di Bolt e vincere l’oro dopo di lui è qualcosa di incredibile. Non vedo l’ora domani di sentire l’inno e ricevere la medaglia. In Texas ci sono solo nato ma l’Italia è la mia nazione, sono contento di portare in alto la nostra bandiera. Ancora mi chiedo se sia un sogno o se è successo davvero”: questo il commento a caldo di Jacobs.

L’exploit a Tokyo

“Tra la semifinale e la finale la mia condizione era migliore. Ho chiesto al mio corpo di fare l’ultima corsa prima di riposare. I miei avversari? Ero concentrato solo su me stesso – rivela – li ho guardati solo quando ho tagliato il traguardo”.

Vittorio Pozzo

Vittorio Pozzo su Barbadillo.it

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