Tokyo2020. Lo sloveno Roglic conquista l’oro nella cronometro di ciclismo

Dominio del vincitore della Liegi 2020, solo quinto Filippo Ganna che quasi sfiora la medaglia. Undicesimo Bettiol

Alle Olimpiadi di Tokyo, il ciclismo su strada ha ormai emanato i propri verdetti: e cosi, nella classe femminile, da segnalare il meraviglioso bronzo conquistato dalla Elisa Longo Borghini nella prova in linea, alle spalle dell’Annemiek van Vleuten (Paesi Bassi; seconda) e dello storico oro dell’austriaca Anna Kiesenhofer.

Nella prova contro il tempo invece, l’oro è andato alla van Vleuten, l’argento  all’elvetica Marlen Reusser e il bronzo ancora ai Paesi Bassi, grazie ad  Anna van der Breggen.

A concludere la kermesse su strada, è stata la cronometro maschile: il percorso, ricavato  mediante un raccordo con la pista del Fuji, del quale sfruttava una buona sezione, consistendo poi in un circuito di 22.100 metri da percorrere due volte, per un totale di 44 chilometri e 200 metri, si lasciava apprezzare per essere particolarmente duro, in quanto gli atleti  dovevano arrampicarsi lungo oltre 800 metri di dislivello, con poca pianura.

È su queste asperità che Roglic ha saputo esaltarsi, nonostante fosse appena uscito malconcio dal Tour de France, costretto al ritiro dopo pochi giorni a causa di una rovinosa caduta: recuperato egregiamente, lo sloveno ha sbaragliato il campo, prendendosi in primis una rivincita personale, giacché proprio la cronometro conclusiva gli era costata il Tour dello scorso anno, perso sul filo di lana nei confronti del compatriota Pogacar.

La cronometro è stata comunque molto tirata; nonostante avesse resistito a lungo il primato  del colombiano Rigoberto Uran, che aveva fermato il cronometro in 57’18”69, questi doveva cedere il passo all’incredibile progressione del corridore sloveno, abilissimo a fare il vuoto sul secondo passaggio in salita, innestando letteralmente il turbo, per concludere in 55’04″19 ai 48,2 km/h di media, un risultato incredibile, a cui nessuno degli altri concorrenti si sarebbe nemmeno avvicinato.

  Alle spalle di Roglic comunque, la lotta per le medaglie assumeva dei connotati particolarmente serrati, destinata a risolversi per una questione di secondi: in effetti, messo in cassaforte l’oro, e incredibilmente crollato van Aert lungo il secondo passaggio (il generosissimo fuoriclasse belga, argento nella prova in linea, sarà solo sesto alla fine), erano nei fatti rimasti quattro atleti a giocarsi l’argento e il bronzo, medaglie alla fine conquistate, rispettivamente, dall’olandese Tom Dumoulin e dall’australiano Rohan Dennis, con lo svizzero Stefan Kung quarto e Filippo Ganna (campione del mondo in carica della specialità), quinto.

A conti fatti, se da una parte per l’Italia si può parlare di una vera beffa, riportando nell’ordine i distacchi degli atleti arrivati immediatamente alle spalle dell’imprendibile Roglic, distacchi che nell’ordine sono (da Dumoulin a Ganna compreso) di 1’01”39, 1’03”90, 1’04”30 e 1’05”74,  in un fazzoletto di 4”, va però anche detto, ed è forse questo che dona maggiore spessore alla prestazione del giovane cronoman classe ’96, che Ganna non aveva partecipato alla corsa francese ma soprattutto che aveva effettuato una doppia preparazione, visto che dalla settimana prossima sarà uno dei grandi protagonisti delle prove olimpiche di ciclismo su pista, prove che si svolgeranno nel velodromo di Izu.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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