Tokyo 2020. Federica Pellegrini è nella leggenda dello Sport

Senza medaglie ma con un record invincibile: cinque finali olimpiche consecutive. La Divina saluta con un'impresa eroica

Federica Pellegrini era già nella storia del nuoto. Adesso è entrata di diritto nella leggenda dello sport. Per una volta, senza centrare una medaglia. Rimanendo lontana dal podio ha, comunque, fissato il suo nome nell’empireo olimpico. Mai nessuna prima di lei aveva centrato cinque finali olimpiche di fila nei 200 metri stile libero. Nella storia del nuoto, come lei solo quel gigante di Michael Phelps.

A Tokyo, Federica Pellegrini ha avuto un tifoso d’eccezione. Un altro colosso dello sport internazionale, costruttore di record e di poesie epiche olimpiche: l’americano Mark Spitz. A sospingerla verso un record che non brilla né d’oro, né d’argento e né di bronzo ma luccica del platino di una carriera irripetibile, il tifo di tutta Italia che ha fatto le ore piccole per seguirla in mondovisione. C’era a guardarla (almeno) una generazione di ragazzi, più o meno grandi, che lei ha spinto a tuffarsi in acqua. A nuotare, a dare un senso alla propria gioventù schiaffeggiando e calciando l’acqua limpida di una piscina. Almeno a provarci.

Il futuro della Pellegrini è, dicono, in televisione. Stella vera tra le stelle di cartone. E ci sta. Non si torna dove si è stati felici. E nessuno, probabilmente, è stato più felice di lei in acqua. Eppure, tutto finisce. Persino la carriera di una delle sportive italiane più grandi di sempre. Nel vuoto assoluto di un’edizione blindata dalla paura, si gioisce per una medaglia che non c’è e per una storia che coglie il coronamento rimanendosene lontana dal podio. Nessuno, o quasi, ricorderà i nomi delle ragazze che hanno vinto. Tutti ricorderanno che a Tokyo, quinta a più di due secondi dalla testa, Federica Pellegrini ha scritto l’ultima pagina di storia invincibile.

Chi raccoglierà il suo testimone? Due ragazze, forti, le abbiamo: Benedetta Pilato e Simona Quadarella. Queste Olimpiadi, per loro, sono state sfortunatissime. Ma sono giovani e faranno tesoro degli errori. Per prima cosa, impareranno che l’Italia è quel Paese che non perdona né il successo né l’errore. Che un giorno ti incensa, quello dopo ti scorda. Il grande trauma, dunque, dovranno affrontarlo da subito. Questa è la sfida, delle ragazze e dei loro allenatori. La vinceranno.

Wim Kieft

Wim Kieft su Barbadillo.it

Exit mobile version