Paradosso Covid: pericoloso festeggiare la Nazionale, lecito il “Gay pride”

A Bologna il 3 luglio scorso migliaia in piazza per rivendicare l’orgoglio gay senza che nessuno abbia lanciato l’allarme Coronavirus

Festa europei

Non sarà diventato intelligente, ma forse è diventato selettivo. Il coronavirus, infatti, a leggere i commenti di opinionisti ed esperti potrebbe tornare a far sentire i suoi sinistri effetti fin dai prossimi giorni. Non lo farà, come in passato, in maniera indiscriminata. Piuttosto, questa volta, potrebbe colpire accuratamente, scegliendo bene le proprie vittime. I responsabili della catastrofe che incombe sono già stati individuati nei tifosi che hanno festeggiato per le vie della Capitale, il ritorno a casa della Nazionale vincitrice del Campionato europeo di calcio. A sentire chi ci capisce, il prossimo picco dei contagi sarà colpa loro, dei loro assembramenti e della loro sguaiataggine. Non ci sono parole per commentare ciò che hanno fatto. Avrebbero dovuto sapere che non si scende in piazza cantando l’inno di Mameli e sventolando il Tricolore. Che diamine! Possibile ci sia gente così ignorante da non sapere che il sovranismo, anche quello calcistico, ha l’effetto di catalizzare un virus cosmopolita come il Covid? Del resto, è noto che il Coronavirus, per quanto pericoloso, sia capace di riconosce gli assembramenti da frequentare e quelli da evitare. Così, mentre bazzica le manifestazioni sportive e i raduni da Strapaese, si tiene alla larga da ogni iniziativa a sfondo “politically correct”. Prova ne sia l’assenza dal “Gay pride” svoltosi nei giorni scorsi a Bologna dove, nonostante gli assembramenti e le migliaia di persone senza mascherina, nessuno si è sentito in dovere di bacchettare i partecipanti o di lanciare allarmi per imminenti ondate di contagio. Anzi, a leggere i resoconti vergati dalle testate più à la page, la manifestazione sembra essersi svolta in una bolla Covid free. Nessun riferimento, infatti, al Coronavirus o a possibili rischi connessi alla sfilata. A questo punto, il singolare atteggiamento del virus meriterebbe un adeguato approfondimento scientifico per capirne l’orientamento ideologico. Perché, se ha sposato la causa della sinistra e ha deciso di maramaldeggiare chi non sventola la bandiera arcobaleno, va bene, anzi benissimo; ma se al contrario rifiuta di partecipare all’orgoglio gay per ragioni politiche, con l’entrata in vigore del Ddl Zan, una bella denuncia non gliela leva nessuno.

Mirko Tassone

Mirko Tassone su Barbadillo.it

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