Perché leggere il romanzo “Nelle migliori famiglie” di Angelo Mellone

Lo scrittore e dirigente Rai ha scritto una storia controcorrente che costringe (laicamente) a fare i conti con il valore della comunità familiare

Angelo Mellone e il romanzo per Mondadori “Nelle migliori famiglie”

“Nelle migliori famiglie” di Angelo Mellone, scrittore e vicedirettore di RaiUno, è uno stupefacente romanzo sulla famiglia, senza format ideologizzati. E’ un racconto potente che costringe a riflettere sulla forza del legame familiare e comunitario, non per dogmi, ma attraverso la vita vissuta. Alla parcellizzazione delle esistenze al tempo delle vite smart, digitali, frenetizzate dalla quotidianità accelerata, Mellone risponde con una trama nella quale la realizzazione dell’uomo non è declinata nel successo, ma nella riscoperta di legami che danno un senso all’esistenza”.

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I primi due capitoli del romanzo “Nelle migliori famiglie”, Mondadori

Il problema

24 dicembre 2022, ore 15.12
Nuovo Ospedale di Cortina d’Ampezzo

Quando si aprì l’ingresso del pronto soccorso, il dottor Claudio Pancaldi scoprì che aveva un grosso problema.

Un codice rosso.

Ragazzo su una barella. Perdita di conoscenza. Sospetta pa- restesia a una gamba. Molto più che probabile frattura vertebrale. Il dottor Claudio Pancaldi stava uscendo dall’ospedale. Capì che sarebbe rimasto poco a casa.

Difficilmente avrebbe dimenticato quella vigilia di Natale. Il problema, in verità, non era il codice rosso.
Il problema seguiva di mezzo metro e si chiamava Piero Cometti.

Anime nella nebbia

Due anni prima, dicembre 2020 Roma Nord

C’era nebbia all’inizio di quel giorno d’inverno mite, prima che l’alba spuntasse in corso di Francia, sotto gli archi di ponte Flaminio.

Roma non è abituata alla nebbia. Non lo è la gente, non lo sono le strade o i palazzi. La metropoli diventa evanescente. Quando c’è nebbia, a Roma, devi restare a casa.

Flavio Cometti aveva passato la serata da alcuni amici per un pokerino. Erano le cinque di mattina, passato il coprifuoco si poteva circolare. Salutò una coppia davanti alle saracinesche del Jam di via Flaminia Vecchia. I Negroni del dopocena gli avevano messo stanchezza addosso e non ricordava dove avesse parcheggiato la minicar. Barcollò fino al cavalca- via della tangenziale, buttò l’occhio dall’altro lato dello stra- done, ma niente: non vedeva oltre i piloni.

Bianco. Tutto era bianco, l’aria era fradicia. Roma era foderata di nebbia.

Poi ricordò di aver sistemato la Ligier sul marciapiede da- vanti all’Oviesse. Sperò che nessun carroattrezzi l’avesse portata via, sennò chi glielo spiegava a mamma.

In quella trama di filamenti lattiginosi Flavio Cometti nep- pure fece caso se fosse in funzione il semaforo sotto il ponte della tangenziale. Fu un gesto meccanico, compiuto chissà quante volte. Attraversò di corsa e, dopo pochi passi, ascoltò per una frazione di secondo il brusio di un motore elettrico.

Antonio Fiore

Antonio Fiore su Barbadillo.it

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