Segnalibro. I crimini degli Alleati e Sovietici contro i civili tedeschi (1945-1947)

"Un raccolto di sangue" di Ralph Franklin Keeling (Italia Storica ed.) svela una pagina tragica della storia contemporanea

Il saggio di Ralph Franklin Keeling per Italia storica

Un atto di accusa senza mezzi termini quello dell’intellettuale statunitense Ralph Franklin Keeling, Un raccolto di sangue, pubblicato negli Usa, per la prima volta, nel 1947. Denuncia lanciata a caldo, mentre ancora venivano compiuti dagli Alleati e dall’esercito sovietico i crimini di guerra e contro l’umanità ai danni della popolazione civile tedesca nel periodo 1945-1947, con strascichi anche negli anni successivi.

Keeling nelle prime pagine del volume sottolinea che a Yalta si incontrarono i futuri vincitori (l’esito della guerra era già segnata) Stalin, Roosevelt e Churchill per discutere del destino dell’Europa e, nella dichiarazione congiunta, affermarono: “Il nostro scopo non è la distruzione del popolo tedesco”, un concetto ripetuto (da Stalin, Truman e Attlee) anche al termine del successivo incontro a Potsdam. Invece gli accordi di Potsdam prevedevano che la Germania dovesse essere abbandonata a se stessa, proibendo qualsiasi aiuto da parte di qualsiasi nazione. La Germania era così condannata all’estinzione poiché gli impianti produttivi erano stati distrutti, la terra con le sue risorse naturali era stata devastata e importanti regioni erano state sottratte alla Germania e assegnate alla Polonia e alla Cecoslovacchia. Una situazione resa più drammatica dall’espulsione di centinaia di migliaia di tedeschi, dalle regioni precedentemente appartenenti al Reich, che si riversarono negli spazi di ciò che era rimasto della loro patria. In più, la manodopera praticamente non esisteva, dato l’alto numero di prigionieri, di morti e di distruzioni di gran parte delle città.

Una prassi, quella seguita dagli eserciti statunitense e sovietico, in spregio dei principii nel cui nome avevano sostenuto di condurre la guerra e ai quali la propaganda dei governi Alleati dichiarava che si ispiravano. Keeling illustra le realtà della deportazione, la spoliazione sistematica di quel poco che era rimasto, l’affamamento, lo stupro di massa continuato per anni. Frutto anche di una parziale applicazione del Piano Morgenthau, voluta dai presidenti Usa Roosevelt e Truman. Tutto questo mentre la propaganda a stelle e strisce continuava a proclamare ideali come la pace, la convivenza, la liberazione dell’umanità dalla guerra, l’autodeterminazione dei popoli, l’eliminazione delle pratiche dei fascismi.

Inoltre, accanirsi contro i civili, peraltro a guerra finita, non è un atto necessario se non frutto di una vendetta che rientra più nei crimini di guerra e contro l’umanità che nelle operazioni militari. Keeling non approva questo atteggiamento che contraddice i principii della democrazia. I governi Usa e britannico temevano, già subito dopo la guerra, l’affermazione e la conseguente espansione del comunismo in Europa. Famosa la frase di Churchill: “Forse abbiamo ucciso il porco sbagliato”. Così, per limitare eventuali politiche di espansione in Europa dei sovietici (che già di fatto avevano conquistato l’Europa dell’Est), gli alleati Usa e Gran Bretagna aiutarono la Germania occidentale, che era sotto il proprio controllo, a risollevarsi dal punto di vista economico con una serie di aiuti (fra questi il Piano Marshall). Lo stesso fecero i sovietici con la Germania dell’Est. Operazioni che avevano lo scopo di schierare la Germania federale e quella democratica al proprio fianco per far fronte alla già incombente Guerra fredda.

Ralph Franklin Keeling, Italia Storica ed., pagg. 213, 52 illustrazioni e una cartina. Euro 20,00

Manlio Triggiani

Manlio Triggiani su Barbadillo.it

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