Inaugurata a Lodi via Sergio Ramelli

Dopo anni di polemiche il ricordo della città dove riposa

Dopo 46 anni, Lodi ha via Sergio Ramelli. Questa mattina, in occasione dell’anniversario della morte, il sindaco di Lodi Sara Casanova


ha scoperto la targa, sancendo così il ricordo toponomastico di una figura che da oggi è patrimonio comune della società civile lodigiana. L’intitolazione è avvenuta a seguito di una proposta in consiglio comunale da parte del gruppo di Fratelli d’Italia, approvata a maggioranza l’anno scorso. Le motivazioni riprendono quelle espresse per la prima volta da Nicola Pasetto, in occasione dell’intitolazione di Verona nel 1988. “In nome di una pacificazione nazionale che accomuni in un’unica pietà i morti di un periodo oscuro della nostra storia e come monito alle generazioni future affinché simili fatti non debbano più accadere”.

Oggi si chiude quindi una lunga querelle che periodicamente è ritornata nei decenni a Lodi, luogo di sepoltura del giovane ragazzo iscritto al Fronte della Gioventù, sprangato a colpi di chiave inglese da un commando di Avanguardia Operaia, un gruppo comunista che spargeva il terrore nelle università milanesi durante gli anni ’70. La prima proposta di intitolazione, come si può leggere anche nel sito dell’archivio Ramelli, sergioramelli.it, avvenne nel 1991 e si trasformò subito in una polemica all’arma bianca. Successivamente il sindaco della città Aurelio Ferrari promise nel 1998 l’intitolazione alla presenza della madre di Sergio, Anita ma il tutto si bloccò, per via dell’opposizione ferma della sinistra locale e dell’Anpi.

Nel 2010 poi ci fu un’altra proposta da parte di alcuni consiglieri del PDL, bocciata però dalla maggioranza a guida Lorenzo Guerini.

Nel frattempo, però la storia andava avanti. Nel 2001, fra ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, a Codogno venne intitolata la prima via Ramelli del lodigiano e nel 2013 venne intitolata a Casalpusterlengo.

Oggi finalmente anche a Lodi la vicenda si chiude e si apre un nuovo periodo di memoria condivisa.

Francesco Filipazzi

Francesco Filipazzi su Barbadillo.it

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