Le “Stoccate” di Berto Ricci sulla rivista di Bottai

Passaggio al Bosco pubblica l'antologia dello scrittore fiorentino curata da Mario De Fazio

Stoccate di Berto Ricci

Pubblichiamo un breve estratto dell’introduzione del curatore del volume, l’intellettuale Mario De Fazio

Ricci e Bottai, la Critica come ortodossia 

“E’ il solo uomo di governo che mi sia amico, ed è il solo al quale posso chieder qualcosa”. E’ in una lettera al sodale Emilio Settimelli, il 27 giugno del 1936, che Berto Ricci – giornalista, poeta e matematico, una delle menti più brillanti del fascismo – dà il proprio giudizio più sincero del suo legame con Giuseppe Bottai. Due figure che potrebbero sembrare distanti, sia per la parabola umana ed esistenziale che segnò la loro adesione al fascismo, che per gli esiti che quell’impegno produsse quando la rivoluzione mussoliniana iniziò a imboccare il viale del tramonto. 

Introducendo la prima e inedita raccolta delle Stoccate – la rubrica che Ricci tenne su Critica Fascista, la rivista fondata e diretta da Bottai – si proverà a mettere in relazione i due intellettuali ponendo in rilievo i punti di contatto, umani e ideali, e cercando di restituire il contesto di una battaglia culturale in seno al fascismo naufragata per il corso degli eventi e, successivamente, per la damnatio memoriae che ha colpito qualsiasi espressione intellettuale dell’universo fascista. 

Fondatore e direttore del quindicinale L’Universale dal 1931 al 1935, poeta e matematico, Ricci collaborò a decine di quotidiani e riviste del periodo fascista: un’attività intensa, andata avanti fino a poche settimane prima la sua morte da volontario in Cirenaica, nel febbraio del 1941, nel corso della seconda guerra mondiale. Una fine prematura che lo colse ad appena 35 anni, sul campo di battaglia, mentre combatteva con le armi quel capitalismo borghese, incarnato a quel tempo soprattutto dall’Inghilterra, che da sempre aveva sfidato con la penna. Tra le tante collaborazioni giornalistiche portate avanti da Ricci nel corso degli anni, quella con Critica Fascista merita senz’altro un posto a sé, sia per la durata e il legame con Bottai che per il contenuto delle idee che lo scrittore fiorentino profuse sul quindicinale del gerarca romano (…)

La collaborazione di Berto con Critica Fascista durò otto anni, dal 1932 al 1940. Il quindicinale diretto e fondato da Giuseppe Bottai nel 1923 fu per vent’anni la dimora delle migliori menti dell’epoca, un’avanguardia culturale che provò a dettare i tempi alla rivoluzione delle camicie nere senza risparmiare critiche e frecciate al regime (…) Una palestra di anticonformismo in cui Ricci – tanto ortodosso nella sua intransigente volontà di affermazione rivoluzionaria quanto eretico rispetto al fascismo-regime ingolfato da residui borghesi e liberali – si sentì naturalmente a casa. Gli scritti dell’intellettuale fiorentino sulle colonne di Critica Fascista furono molto sporadici almeno fino al 1936. La spiegazione è banale: dal ’31 al ’35 Berto fu assorbito dalla propria creatura editoriale, L’Universale. È su quel periodico, fondato “con volontà di agire sulla storia italiana” , che si dipanano i temi principali della militanza culturale e politica di Ricci: l’impegno intellettuale come necessaria avanguardia dell’agire politico, la critica al nazionalismo in virtù di un universalismo romano che assegni all’Italia il diritto e il dovere del primato, la battaglia serrata contro il capitalismo e il classismo borghese, l’analisi della crisi del cristianesimo senza perdere di vista la necessità del sacro e della dimensione spirituale dell’esistenza, gli affondi contro “gli elogi mentiti e i battimani convenzionali” degli opportunismi di regime, che fanno del fascismo una parodia invece di spronarlo a diventar se stesso. Temi che, parallelamente ma con differenze di senso e prospettiva, verranno portati avanti anche su Critica Fascista (…) .

*Stoccate di Berto Ricci, a cura di Mario De Fazio, pp. 262, euro 15, Passaggio al Bosco

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Mario De Fazio

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