10 Febbraio (di M.De Angelis). Foibe, il (nuovo) tradimento dei docenti italiani che rimuovono il giorno del Ricordo

L'intellettuale romano: "Siamo ancora esuli in Patria, tutti noi e i nostri figli, finché non avremo liberato il nostro diritto alla memoria dagli infoibatori che siedono in cattedra"

10 Febbraio10 febbraio

La vera enormità delle foibe non è nel numero delle vittime e nel metodo ripugnante del loro martirio.
La vera enormità è il tradimento. Il tradimento del proprio sangue nel nome di una ideologia importata; il tradimento della fiducia dei propri vicini di casa consegnati ai boia e ai torturatori; il tradimento della propria madre terra consegnata agli stupratori.
E peggio di tutto il tradimento della memoria, il disonore dell’omertà e ancora di più la rimozione del ricordo in stile stalinista.
Non basta una legge dello Stato per salvare i nostri martiri da questo scempio, che si ripete proprio oggi nelle scuole dei nostri figli, dove le professoresse di storia fingono di cadere dalle nuvole o ti rispondono che “il giorno del ricordo lo abbiamo già celebrato il 27 gennaio…”.
E i presidi e le presidi, quando gli ricordi che c’è una legge che raccomanda il ricordo, ti rispondono che non hanno avuto tempo per programmare nulla e i ragazzi sono già in ritardo sul programma…
Vergogna, infame vergogna su questi boia più ancora che su Broz Tito, che nella sua prospettiva malata pensava, con gli orrori che imponeva a noi, di fare l’interesse dei suoi seguaci.
Siamo ancora esuli in Patria, tutti noi e i nostri figli, finché non avremo liberato il nostro diritto alla memoria dagli infoibatori che siedono in cattedra.

@barbadilloit

Marcello De Angelis

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