Sinistra. Da Gramsci a Monti: ecco il breviario dello sconforto “cantato” da De Gregori

Francesco De GregoriTutti coloro che si immaginano intenti a navigare nel mare magno della disperazione politica esclusivamente gli orfani della destra, dovrebbero leggere l’intervista che il cantautore Francesco De Gregori ha rilasciato oggi al Corriere della Sera. Alle domande di Aldo Cazzullo, il cantautore, ha risposto snocciolando quello che potrebbe essere definito come un vero e proprio breviario dello sconforto. A partire dal suo voto alle ultimi elezioni, quando il cantore dell’impegno di sinistra, evidentemente deluso dalla campagna elettorale, ha deciso di farsi rappresentare alla Camera dal tecnocrate Mario Monti, salvo pentirsene subito dopo: «Oggi non so cosa farei. Probabilmente non voterei». Impietoso è anche il giudizio riservato alle campagne portate avanti dagli ex-comunisti: «Un arco cangiante che va dall’idolatria per le piste ciclabili a un sindacalismo vecchio stampo, novecentesco, a tratti incompatibile con la modernità. Che agita in continuazione i feticci del “politicamente corretto”, una moda americana di trent’anni fa, e della “Costituzione più bella del mondo”».

Ma De Gregori non fa sconti nemmeno all’antiberlusconismo giustizialista, che tenta di risolvere una contesa politica con il tintinnio delle manette, né al voyeurismo moralista che a lungo ha assediato la vita privata del Cavaliere: «Ho seguito con crescente fastidio e disinteresse l’accanimento sulla sua vita privata. Forse potevamo farci qualche domanda in meno su Noemi e qualcuna in più sull’Ilva di Taranto». Neanche il ciclone politico Grillo sembra aver appassionato l’autore di Viva l’Italia. La sua campagna elettorale è stata «inquietante» e l’idea di una democrazia diretta affidata al web gli ricorda «i romanzi di Urania». A completare il quadro arrivano le ultime battute, in cui l’artista, dopo aver concesso parole più lusinghiere (o meno polemiche) riferite a Matteo Renzi, confessa di essere stato berlusconiano per trenta secondi e precisamente «quando ho visto i sorrisi di scherno di Merkel e Sarkozy» a margine di un vertice europeo. Proprio quando la “sinistra” gioiva. Tutto chiaro, no?

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Federico Callegaro

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