Giornale di Bordo. Attraversammo il bosco (con idee controcorrente) ma non eravamo imboscati

La cultura non conformista degli anni '70 e '80 nelle interviste di Gennaro Malgieri

La scommessa delle idee

Passaggio al Bosco

Uno dei tanti sintomi dell’invecchiamento è la lentezza nel leggere un libro. Una lentezza che non è indice di maggior saggezza, di capacità di centellinare concetti o narrazioni senza la fretta  adolescenziale di arrivare alla fine, ma semplicemente di minor capacità di concentrazione, sommata a una certa sonnolenza senile. Se in gioventù fui un lettore onnivoro e ubiquo, oggi mi capita di arrivare con fatica alla fine di molti volumi.

Mi è bastata una notte, invece, per terminare la lettura dell’ultimo libro di Gennaro Malgieri, Colloqui. Attraversando il bosco, appena edito dalla storica casa editrice Solfanelli. Eppure, quando me lo sono visto recapitare, non posso nascondere di avere provato una sorta di iniziale diffidenza. La diffidenza che si avverte nei confronti dei libri che nascono dalla fusione (e a volte dalla confusione) di articoli già pubblicati. Articoli che possono anche essere bellissimi, ma la cui riproposta induce nel lettore il sospetto di vedersi sottoporre una minestra riscaldata, a dispetto del vecchio detto, dai più attribuito a Mario Missiroli, secondo cui non c’è  niente di più inedito della carta stampata. Anch’io indulsi a mio tempo a questa tentazione, col mio pamphlet Il villaggio tribale, e il pubblico non apprezzò la scelta. Solo grandi scrittori, come Prezzolini e lo stesso Montanelli, se lo potevano permettere. Ma i loro articoli nascevano, specie nel secondo caso, come capitoli di un libro di cui avevano già programmato la pubblicazione.

Ernst Junger

Il narcisismo di chi ripropone i suoi scritti, in questo caso a trent’anni di distanza, è però temperato dal fatto che questi Colloqui non sono una silloge di articoli, ma di interviste. Malgieri fa rivivere in queste pagine i suoi incontri con alcuni grandi della cultura di destra, lungo un arco cronologico che va dal 1974 al 1991. Tornano così a parlare figure straordinarie che ormai fanno parte della storia, come Ernst Jünger, Vintila Horia, Elías de Tejada, Maurice Bardèche, Andrej Siniavskij, Konrad Lorenz, e che Malgieri ha avuto il privilegio di conoscere in certi casi poco più che adolescente, giovane collaboratore del “Roma” di Napoli e poi redattore del “Secolo”. E poi “fratelli maggiori” come Massimo Fini, Alain de Benoist, Stefano Zecchi. In mezzo, personaggi di alto spessore culturale, oggi in parte dimenticati come il sommo latinista Ettore Paratore, il grande allievo di Carl Schmitt Julien Freund, il teologo padre Raimondo Spiazzi, animatore della rivista “Idea”, lo studioso del fascismo James Gregor. Tutto un patrimonio di cultura, di testimonianze, di sensibilità, in certi casi di civile coraggio e di onestà intellettuale che questa antologia contribuisce a non disperdere.

Un particolare significato assume anche l’arco cronologico scelto per questa raccolta. Se il 1974 è l’anno in cui Malgieri comincia la sua collaborazione a giornali nazionali, il 1991 è la vigilia della caduta della prima repubblica, quella caduta che “sdoganò” la destra politica, assai meno la destra culturale. È amaro dirlo, ma la ricchezza di idee, di tesi, di provocazioni presente in queste pagine contrasta col deprimente panorama che, con qualche rara eccezione, caratterizza i nostri giorni, soprattutto in Italia. Anche per tale motivo questi Colloqui meritano di essere letti, anche soprattutto da chi è giovane, perché possa capire come gli anni del riflusso e persino quelli del piombo siano stati ricchi di una vitalità culturale che oggi neppure c’immaginiamo. È un paradosso che mi fa pensare all’affermazione di un vecchio amico, che nel 1975 scrisse che al momento di avere voce in capitolo, la destra rischiava di non aveva più nulla da dire. Al momento ci leticai di brutto, compromettendo una prestigiosa collaborazione; oggi purtroppo devo riconoscere che almeno in parte aveva ragione. E non posso fare a meno di rimpiangere gli anni in cui, come dice Malgieri, “attraversammo il bosco”. Ma non eravamo imboscati.

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Enrico Nistri

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