Genoa e Torres, un abbraccio grande quanto il mare: c’è il gemellaggio rossoblù

Sancita l'amicizia tra il Grifone e il più antico club sardo che ha tenuto a battesimo il talento di campionissimi come Zola

Genoa e Torres sono ora gemellati. Lo si attendeva dal maggio 1971, quando una folla festante corse al porto di Genova per accogliere circa un migliaio di tifosi del Grifone, che avevano seguito la trasferta sarda. Dopo un anno di C, il Genoa tornava in serie B. Nell’euforia del ritorno, i tifosi avevano messo a rischio la stabilità della nave “Caralis”. Si erano infatti assembrati sottovento nei minuti precedenti l’attracco, provocando una sensibile inclinazione della nave, uno di quelle che talora preludono ai naufragi.

 

Fucina di campioni

Che traccia ha lasciato la Torres nel grande calcio? Anche Sileno Passalacqua – persino lui, dalle misteriose e ipnotiche generalità postbelliche – è stato un ragazzo del vivaio della Torres. Poi ha vestito le maglie della Fiorentina in serie A, poi in B quelle della Reggiana, e della Ternana, segnando proprio contro il Genoa un rigore a cucchiaio, quando non era di moda tirare così, fino a tornare in serie A col Perugia.

Non è il suo l’unica celebrità passata dal Torres. Ci sono anche Comunardo Niccolai, che – poi stopper del Cagliari di Manlio Scopigno – parteciperà al Mondiale del 1970; l’estroso Ezio Vendrame (recentemente scomparso), irresistibile calciatore del Vicenza e del Napoli, autore di un magnifico libro di memorie: Se mi mandi in tribuna, godo; Antonello Cuccureddu della Juventus; i gemelli Piga; Antonio Langella, Gianfranco Zola, calciatore del Napoli, del Cagliari, infine allenatore in Gran Bretagna.

 

Un abbraccio grande quanto il mare

 

Squadra meravigliosa, scelleratissima e pluri-fallita, la Torres indossa dal 1903 – è il primo club calcistico a nascere sull’isola – un completo rossoblù.  Nel secondo dopoguerra la allena a lungo Federico Allasio (1914-1987), padre di Marisa, negli anni ’50 attrice per Dino Risi (Poveri ma belli), che amò con impeto sabaudo Vanni Sanna, gloria locale cui oggi è intitolato lo stadio neoclassico che svetta alto sulla città.

L’idea dei colori rossoblù della Torres veniva proprio da Genoa dei nove scudetti, il cui stadio ha il nome di Luigi Ferraris (1887-1925), ingegnere, centrocampista genoano fino alla fine di maggio 1915, poi volontario, caduto in combattimento nell’agosto successivo in val d’Astice, decorato con la medaglia d’argento alla memoria, che dal 1933 è murata negli spalti dello stadio recante il suo nome.

Era perciò scritto nelle stelle che i destini di questi due sodalizi si incontrassero per valorizzare giovani usciti dalla Primavera ligure e per la promozione di quelli pronti a lasciare la Sardegna.

Dovesse mai nascere un altro Sileno Passalacqua, Genoa e Torres saprebbero farne un’ennesima, indimenticabile figurina del nostro pantheon familiare.

Francesco Cicu

Francesco Cicu su Barbadillo.it

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