Addio a Giulio Giorello, filosofo fuori dagli schemi tra amore per l’Irlanda e Pound

Era uno studioso appassionato di Bobby Sands, fumetti e idee dei ribelli

Giulio Giorello

Se n’è andato proprio alla vigilia del Bloomsday, quel 16 di giugno in cui si celebrano le imprese di Leopold Bloom, il protagonista dell’Ulysses di Joyce, da lui amatissimo. Se n’è andato sottovoce, Giulio Giorello, com’era suo costume, da persona elegante e ironica, colta e mai pedante. Accademico emerito, scrittore di successo, protagonista influente del mondo della scienza italiana, non saliva mai in cattedra, da dove, anzi, scendeva volentieri per intavolare discussioni appassionate con i suoi studenti, felici di trovare un interlocutore disponibile a parlare di qualsiasi argomento, purché avvincente. L’Irlanda celtica e i pirati, la letteratura inglese e la scienza, Topolino e la matematica, Dio e/o la sua inesistenza, Bobby Sands e Tex Willer, Thomas Jefferson e l’evoluzionismo darwiniano: non c’era occasione di conversazione che lo lasciasse indifferente, sempre felice com’era di portare un contributo originale e soprattutto libero. Talmente libero che, al contrario di molti suoi colleghi, non aveva la minima paura di contaminarsi con il politicamente scorretto, aspetto poco ricordato negli obituaries di ieri. Proprio qui a Milano, infatti, lo scorso inverno è stato ospite d’onore a una prestigiosa serata che il Circolo Filologico ha dedicato a “Julius Evola pittore dadaista”, e, poco prima della quarantena, è stato relatore, alla Casa della Cultura, di una conferenza dedicata a Ezra Pound, di cui ha difeso, contro un pubblico prevedibilmente poco simpatetico con le idee del Poeta, le ragioni dell’Autore dei Cantos.

Ezra Pound

Ci siamo conosciuti e frequentati proprio a causa di Pound, poeta che amava non solo per la sua opera, ma anche per l’esemplare dirittura morale, come ebbe modo di rimarcare nelle molte occasioni di convegni e presentazioni di libri a cui accettava sempre volentieri di partecipare, sottolineando in ogni circostanza l’amore per la natura, l’arte e la scienza, di cui aveva scritto nel bel saggio dedicato a Prometeo, Ulisse e Gilgameš . 

Adriano Scianca e Giulio Giorello

Andava molto fiero, anche, di essere stato invitato a Casapound, dove apprezzò l’ospitalità degli organizzatori e l’attenzione del pubblico, rimanendo stupito di aver suscitato, con la sua partecipazione a un libero dibattito, la scomunica degli intolleranti poliziotti del pensiero, pronti ad alzare il ditino in riprovazione contro chi osasse ignorare la scomunica dei Buoni. Gli stessi Buoni che si scandalizzarono ancora, in un dibattito che si trascinò sulla carta stampata e infiammò il web, come purtroppo si può ancora vedere online, per una recensione. Aveva osato scrivere sul Corriere a proposito di uno scritto poundiano sul carteggio tra i Presidenti americani Jefferson e J. Adams da me curato, nel quale ribadiva la convinzione che Pound fosse un “libertario”, che aveva pagato di persona, con “la gabbia dei gorilla” prima, e il manicomio criminale poi, quella che il Poeta chiamava, nella sua carta intestata, libertà un dovere. 

Spregiudicato, anticonformista, affabulatore, Giorello era quindi apprezzato da tutti per la disponibilità con la quale accettava di confrontarsi con chiunque, come dimostra anche la sua salda amicizia con il Cardinal Martini, a cui, da ateo militante, dedicò un libro affettuoso. Attento a mettere sempre in pratica le sue idee, non era però prigioniero della fredda gabbia dell’ideologia, a cui mai sacrificò la complessità della vita. A questo proposito, lui, libertino e teorico della libertà, grande tombeur de femmes e nemico giurato del vincolo matrimoniale, sentendo arrivare la fine, volle, con un estremo e grande atto d’amore, sposare in articulo mortis la fedele compagna degli ultimi anni, la poetessa e scrittrice Roberta Pelachin.

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Luca Gallesi

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