Un testo, “immaginato rallentando”, che vede sfilare, suddivisi per aree subregionali, gli autori del Salento, dell’Arco Ionico, della Capitanata e della Terra di Bari. Si alternano così, verso dopo verso, le suggestioni di Vittorio Bodini e Claudia Ruggeri, Antonio Verri e Vittorino Curci, Girolamo Comi e Michele Pierri. Sono questi solo alcuni dei tanti autori richiamati, maggiori o minori, obliati dalla storia o travisati dalla critica, ma tutti gemme preziose di un unico tesoro sommerso, sepolto dall’incuria di chi dovrebbe custodirne la bellezza.
D’altronde, come chiarisce Zizzi in premessa, questa è poesia che non dialoga, non informa, non dice niente a nessuno, almeno nel senso della comunicazione orizzontale, ma si qualifica, in virtù della sua propria natura, come serrato monologo interiore. Al pari dell’amore, della morte e del rapporto col sacro. E proprio in questo suo richiamarsi continuamente al mito, agli archetipi tradizionali che ribaltano l’idea posticcia di una terra vacanziera e mercantile, la scorribanda “metacritica” e non ideologica del saggio diviene un manifesto contro la civiltà senz’anima della materia, della fretta e delle macchine. “Il moderno – scrive Zizzi – è un luogo senza lentezza, senza meraviglia e senza silenzio. Anche per questo la poesia è inevitabilmente antimoderna. Rallentare significa ritornare; significa ritrovare, riconoscere. C’è una anamnesi, una lunga anamnesi alla base di ogni profondità poetica”.
Il viaggio, a questo punto, si snoda lungo l’immaginaria Linea Borbonica individuata da Flavio Santi, un corso d’acqua irrorato da molti affluenti: la mai risolta questione meridionale, l’omogeneità linguistica, la particolare condizione geofisica e, non ultimo, il mitos, “ciò che resta della leggenda” in una terra, puntellata da dolmen e menhir, che vide il proprio suolo calpestato da Pitagora, Archita e Virgilio. Non un arcaico vento di nostalgia, si badi, ma una reminiscenza platonica, un richiamo pulsante a ciò che eravamo e, da qualche parte, siamo ancora. Nonostante tutto.
*A Sud del Sud dei Santi (LietoColle, pp.481, euro 21)
* da La Gazzetta del Mezzogiorno