Il caso. Boldrini lancia la fatwa contro Miss Italia, il concorso che elesse la “reginetta nera”

 

Tra una suora e la Boldrini è sempre meglio la prima. Non c’è dubbio. Sia perché ha l’abito, sia perché ha una fede. Sì, fatecelo dire con tutta franchezza: una morale che perde di vista la speranza ha tutto il valore di un cappio al collo asfissiante. Sta lì, infatti, tutta la differenza tra la morale (quella nobile) e un vago moralismo bigotto e stantio. E fu così infatti, che a benedire l’oscuramento in Rai di Miss Italia, il concorso di bellezza più innocente e amato dagli italiani, è arrivato proprio il presidente della Camera di deputati. L’ennesima fatwa di un talebanismo agnostico e umanitarista a cui la Boldrini ci ha abituato da tempo.

Perché scagliarsi contro le miss? È questo il dubbio che affligge ogni italiano di buon senso, compreso Rosario Fiorello. Che colpa ne hanno le donne se sono belle? E che colpa ne ha la Bellezza se, semplicemente, “è”? In un contesto sano, non normale, essa sarebbe premiata e non solo con una coroncina. Ma con il rispetto che ogni civiltà ha tributato alla splendore: un fattore che ha poco a che vedere con le basse pulsioni sessuali. Si potrebbe obbiettare – qualcuno lo ha fatto – che l’esposizione del corpo potrebbe denigrare la donna. Ma anche questo sarebbe un errore: è la volgarità che scredita ogni vicenda umana. Non altro. Lo è sicuramente un certo auto-determinismo al femminile che rivendica per sé un grado di libertà sessuale libero da qualsiasi responsabilità e gioia. Lo è un certo femminismo che ci ha consegnato un modello di donna poco rassicurante. Ma non è questa la sede appropriata per approfondire il nesso – che c’è – tra un certo libertarismo e il velinismo (sempre per dirla all’italiana) attuale.

Il punto è, dunque, un altro. La Boldrini e i suoi cortigiani dovrebbero imparare a guardare un po’ meglio il popolo, quello vero. Miss Italia è il trionfo del nazionalpopolare. E’ un ingrediente sereno del vissuto di un paese molto più illuminato e “avanti” rispetto a quello che una certa intellighentia intollerante e bigotta ci vuole consegnare. Mentre si discute ancora d’immigrazione, con un linguaggio poco aderente alla realtà, gli italiani hanno già eletto nel 1996 una “reginetta nera”.

Una svista che fa gioco con le proporzioni del partito che ha eletto la stessa Boldrini alla Camera: il 3,2% di Sel ha un sapore troppo elitario e snob per declinare sensatamente il tessuto nostrano. Il limite della sinistra continua a essere quello di parlare agli italiani attraverso una lingua che nessuno riesce a comprendere.

Fernando M. Adonia

Fernando M. Adonia su Barbadillo.it

Exit mobile version