Taccuino-Coronavirus/28. Se la “società aperta” ci ha portato ora a stare chiusi in casa

L’Uomo chiuso in una scatola metafora della clausura di questi giorni

In un bell’articolo apparso nella rassegna stampa di Arianna editrice del 27 marzo 2020 dal titolo La “società aperta” ci ha rinchiusi in casa il filosofo Diego Fusaro nota efficacemente che la storia ha uno spietato senso dell’ironia, dal momento che «la tanto celebrata “società aperta” ci ha portati, ora, a stare rinchiusi per legge in casa.»  Ed aggiunge: «Se Hegel fosse ancora vivo, l’avrebbe senz’altro già tradotto in una figura dialettica della Fenomenologia dello Spirito.» Senza voler nemmeno provare a paragonare le cose piccole alle grandi (si parva licet) ci azzardiamo a proporre una figura, quella dell’Imbecille globale. Chi è? È colui che vuole al più presto tornare alla “normalità”. Ma che cosa significa veramente “normalità”? Ce lo dice in poche parole l’ecologista Guido della Casa: «significa mettere mostruosi grattacieli al posto di meravigliose foreste, inquinare fiumi e torrenti, alterare l’atmosfera in modo irreversibile, distruggere miliardi di esseri senzienti (altri animali, piante, ecosistemi, esseri collettivi), vivere spesso in squallide periferie urbane.» (Coronavirus, la mente e la materia, in rassegna stampa Arianna editrice del 26/03/2020).

L’Imbecille globale è colui che (economista, politicante, ecc.) vuole riprendere la crescita economica, come prima e più di prima, senza porsi  affatto il problema d’una possibile riconversione ecologica dell’economia. È colui che ignora ancora una volta l’avvertimento contenuto in questa drammatica pandemia: basta con la crescita economica!

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Sandro Marano

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