Allo spegnimento dei semafori, le primissime posizioni restano invariate, almeno fino al lungo rettilineo, quando Leclerc si prende la seconda posizione su Verstappen; alla fine del primo giro, Bottas è già quindicesimo. La situazione in testa ben presto si stabilizza, con Hamilton presto in fuga e Verstappen attento a non perder troppo contatto da Leclerc. La primissima parte di gara, è piuttosto caratterizzata da un curioso episodio: a causa infatti di un errore tecnico generale, i piloti si ritrovano a non poter usare il DRS e devono così battagliare come si faceva una volta, sfruttando il motore e le scie. Va da se che colui il quale riesce a emergere è Valtteri Bottas che entra in zona punti all’ottavo giro, in concomitanza della prima sosta di Lando Norris. Dopo quattro passaggi, tocca anche ai ferraristi, che si fermano in contemporanea e mettono entrambi le dure; peccato che la sosta di Vettel duri 6”9 per una pistola difettosa che di fatto gli rovina la gara.al giro dopo tocca ad Albon. Al rientro in pista, Vettel è bravo a prendere la posizione su Perez salvo poi piantarsi dietro a Bottas e non riuscire a sfruttare la mescola più fresca mentre il finlandese, assai efficace lungo tutto l’arco di gara, legittima la proprio risalita con una ottima costanza di rendimento. Hamilton ha intanto scavato un solco profondissimo tra sé e gli avversari che gli consente di fermarsi in tutta tranquillità dopo ventisei tornate, una dopo Max Verstappen: dure per tutti e due. Al rientro in pista, l’olandese si scatena e si mette alla caccia di Leclerc, colmando ben presto i cinque secondi di divario che lo separano dal monegasco: il duello si infiamma al giro 32, terzo dopo la prima importante sosta del solito Bottas. Vertsappen affonda il colpo nel lungo rettilineo ma Leclerc non ci sta e in quello successivo prende la scia dell’avversario e prova a rispondere all’esterno, allargando tantissimo la traiettoria, per una manovra che se fosse riuscita sarebbe stato un gioiello. Purtroppo per lui, il 33 è bravo a proteggere l’ingresso nella chicane che segue, legittimando la seconda posizione. Per il ferrarista resta solo la consapevolezza di aver forse anticipato troppo la prima sosta ma non è finita qui visto che al trentottesimo rientra, seguito ancora da Vettel (medie sulla vettura del 5 al pit), per montare un treno di morbide in vista dell’ultima parte di gara. Anche qui la Ferrari rischia moltissimo, visto che l’imperante rimonta di Bottas lo porta negli ultimi tre/quattro giri di corsa praticamente nello scarico del monegasco (le cui gomme decadono), bravo alla fine ad acciuffare il podio per meno di un secondo. Alla trentanovesima tornata Bottas si prende la quarta piazza su Albon che quattordici passaggi dopo si vedrà scippato anche della quinta da parte di Sebastian Vettel. L’ultimissima porzione di gran premio è impreziosita da tante piccole battaglie per i piazzamenti: su tutte, quelle per la decima e la sesta posizione nel mondiale, con la prima che vede l’incontro in pista diretto tra Norris e Perez e la seconda che vede Sainz alla disperata ricerca di un punto per issarsi lassù in classifica dopo una stagione splendida. Le diatribe si risolvono entrambe, con il messicano che all’ultimo si prende la settima posizione proprio sull’inglesino della McLaren e lo spagnolo che acciuffa il decimo posto a poche curve dalla bandiera a scacchi. Intanto al giro 53 Hamilton aveva fatto segnare uno straordinario 1’39”283, prendendo così anche il punto bonus e aggiungendolo alla pole, alla vittoria e alla gara tutta passata in testa (nel gergo motoristico questo insieme si chiama Grand Chelem; nell’occasione l’inglese ottiene il sesto in carriera). Per Hamilton arriva così la vittoria numero 11 in stagione, l’ottantaquattresima della carriera; con lui, sul podio, Verstappen e Leclerc, al decimo podio stagionale. Alle loro spalle un eccelso Bottas, bravissimo a rimontare dal fondo e quasi sul podio. Quinto Vettel, sesto Albon, settimo Perez davanti a Norris, Kvyat e Sainz (sesto nella classifica finale del mondiale). Dodicesimo posto per Hulkenberg, eletto “pilota del giorno”, all’ultima corsa –almeno per il momento- di una carriera molto sfortunata.
Nulla da aggiungere dunque su questo appuntamento dicembrino, ventunesimo e ultimo di una stagione a lungo scontata, salvo poi nel finale mostrare qualche attore diverso nella lotta al vertice. L’auspicio, per l’anno venturo, è che davvero le squadre lavorino per ridurre il distacco dalle Frecce d’Argento, altrimenti il rischio è quello di vivere un 2020, almeno nella prima parte, piuttosto a senso unico. Vedremo gli sviluppi futuri.