Formula 1. Abu Dhabi chiude il campionato con l’ennesima vittoria di Hamilton

Nel fine settimana di Abu Dhabi si respira il classico clima da ultimo giorno di scuola ma questo non deve stupire: le ricorrenze e gli avvenimenti sembrano persino fagocitare il rombo dei v6 turbo ibridi. Se da una parte vi è infatti  il commosso ricordo di Charlie Whiting, Niki Lauda e Anthoine Hubert dall’altra, c’è anche il tempo per salutare Robert Kubica (sulla quale storia si dovrebbero dedicare pagine a parte) e Niko Hulkenberg, entrambi all’ultima apparizione in F1 e di fronte ad un futuro incerto: questo scenario però, non sembra coinvolgere Lewis Hamilton, apparso tirato fin dal venerdì e con l’intenzione di voler porre un sigillo conclusivo su un 2019 che lo ha visto campione per la sesta volta. La sorte non è altrettanto magnanima col compagno Bottas che deve sostituire il motopropulsore ed è costretto a partire dal fondo. Un vero peccato per il finlandese che aveva primeggiato in Fp1 e in Fp2 (in 1’36″957 e 1’36″256; in Fp3 primo è Verstappen in 1’36″566) e si era preso il secondo posto in qualifica dove sale in cattedra il 44: davanti a tutti in Q1 (1’35”851), secondo in Q2 dietro Leclerc (1’35”543 con le medie), l’alfiere Mercedes sfodera un giro superbo nell’ultima sessione di qualifica prendendosi –in 1’34″779 (nuovo record della pista)- l’ottantottesima pole  della propria storia in F1, sebbene sia solo la prima dal gran premio tedesco in luglio. Alle sue spalle, dopo l’arretramento di Bottas, Verstappen, Leclerc e Vettel, con il monegasco che a causa di un incredibile errore di valutazione del muretto, non riesce a compiere l’ultimo tentativo. Anche sulle strategie di Maranello, specialmente in versione 2019, si potrebbero scrivere almeno un paio di tomi. Resta il fatto che quando scende il tramonto sugli Emirati, la griglia è vegliata dalle due Mercedes, una in testa, l’altra in coda.

Allo spegnimento dei semafori, le primissime posizioni restano invariate, almeno fino al lungo rettilineo, quando Leclerc si prende la seconda posizione su Verstappen; alla fine del primo giro, Bottas è già quindicesimo. La situazione in testa ben presto si stabilizza, con Hamilton presto in fuga e Verstappen attento a non perder troppo contatto da Leclerc. La primissima parte di gara, è piuttosto caratterizzata da un curioso episodio: a causa infatti di un errore tecnico generale, i piloti si ritrovano a non poter usare il DRS e devono così battagliare come si faceva una volta, sfruttando il motore e le scie. Va da se che colui il quale riesce a emergere è Valtteri Bottas che entra in zona punti all’ottavo giro, in concomitanza della prima sosta di Lando Norris. Dopo quattro passaggi, tocca anche ai ferraristi, che si fermano in contemporanea e mettono entrambi le dure; peccato che la sosta di Vettel duri 6”9 per una pistola difettosa che di fatto gli rovina la gara.al giro dopo tocca ad Albon. Al rientro in pista, Vettel è bravo a prendere la posizione su Perez salvo poi piantarsi dietro a Bottas e non riuscire a sfruttare la mescola più fresca mentre il finlandese, assai efficace lungo tutto l’arco di gara, legittima la proprio risalita con una ottima costanza di rendimento. Hamilton ha intanto  scavato un solco profondissimo tra sé e gli avversari che gli consente  di fermarsi in tutta tranquillità dopo ventisei tornate, una dopo Max Verstappen: dure per tutti e due. Al rientro in pista, l’olandese si scatena e si mette alla caccia di Leclerc, colmando ben presto i cinque secondi di divario che lo separano dal monegasco: il duello si infiamma al giro 32, terzo dopo la prima importante sosta del solito Bottas. Vertsappen affonda il colpo nel lungo rettilineo ma Leclerc non ci sta e in quello successivo prende la scia dell’avversario e prova a rispondere all’esterno, allargando tantissimo la traiettoria, per una manovra che se fosse riuscita sarebbe stato un gioiello. Purtroppo per lui, il 33 è bravo a proteggere l’ingresso nella chicane che segue, legittimando la seconda posizione.  Per il ferrarista resta solo la consapevolezza di aver forse anticipato troppo la prima sosta ma non è finita qui visto che al trentottesimo rientra, seguito ancora da Vettel (medie sulla vettura del 5 al pit), per montare un treno di morbide in vista dell’ultima parte di gara. Anche qui la Ferrari rischia moltissimo, visto che l’imperante rimonta di Bottas lo porta negli ultimi tre/quattro giri di corsa praticamente nello scarico del monegasco (le cui gomme decadono), bravo alla fine ad acciuffare il podio per meno di un secondo. Alla trentanovesima tornata Bottas si prende la quarta piazza su Albon che quattordici passaggi dopo si vedrà scippato anche della quinta  da parte di Sebastian Vettel. L’ultimissima porzione di gran premio è impreziosita da tante piccole battaglie per i piazzamenti:  su tutte, quelle per la decima e la sesta posizione nel mondiale, con la prima che vede l’incontro in pista diretto tra Norris e Perez e la seconda che vede Sainz alla disperata ricerca di un punto per issarsi lassù in classifica dopo una stagione splendida.  Le diatribe si risolvono entrambe, con il messicano che all’ultimo si prende la settima posizione proprio sull’inglesino della McLaren e lo spagnolo che acciuffa il decimo posto a poche curve dalla bandiera a scacchi. Intanto al giro 53 Hamilton aveva fatto segnare uno straordinario 1’39”283, prendendo così anche il punto bonus e aggiungendolo alla pole, alla vittoria e alla gara tutta passata in testa (nel gergo motoristico questo insieme si chiama Grand Chelem; nell’occasione l’inglese ottiene il sesto  in carriera). Per Hamilton arriva così la vittoria numero 11 in stagione, l’ottantaquattresima della carriera; con lui, sul podio, Verstappen e Leclerc, al decimo podio stagionale. Alle loro spalle un eccelso Bottas, bravissimo a rimontare dal fondo e quasi sul podio. Quinto Vettel, sesto Albon, settimo Perez davanti a Norris, Kvyat e Sainz (sesto nella classifica finale del mondiale). Dodicesimo posto per Hulkenberg, eletto “pilota del giorno”, all’ultima corsa –almeno per il momento- di una carriera molto sfortunata.

Nulla da aggiungere dunque su questo appuntamento dicembrino, ventunesimo e ultimo di una stagione a lungo scontata, salvo poi nel finale mostrare qualche attore diverso nella lotta al vertice. L’auspicio, per l’anno venturo, è che davvero le squadre lavorino per ridurre il distacco dalle Frecce d’Argento, altrimenti il rischio è quello di vivere un 2020, almeno nella prima parte, piuttosto a senso unico. Vedremo gli sviluppi futuri.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

Exit mobile version