Effemeridi. Jean Hérold-Paquis, dalla Guerra di Spagna al Partito Popolare di Doriot

Jean Hérold-Paquis
Jean Hérold-Paquis

EFFEMERIDI – 11 Ottobre 1945 nel Fort de Châtillon (Parigi) un plotone d’esecuzione fucila Jean Hérold-Paquis intellettuale di 33 anni.

Aveva iniziato l’attività di giornalista giovanissimo scrivendo su vari giornali borghesi come “L’Intransigeant” e “Le Jour“, per passare poi alla cura di una rubrica di critica nel periodico cattolico (di tendenze “democristiane”) “Le Jour,” per spostarsi ben presto nell’area della militanza nazionalista.

Durante la Guerra civile spagnola, nel 1937, fu uno dei volontari francesi che combatterono dalla parte dei “nazionali” nella francese Bandera Jeanne d’Arc, Ammalatosi e considerato inabile al combattimento non volle lasciare la Spagna e ripiegò sull’attività di commentatore radiofonico di Radio Saragozza; la sua rubrica ebbe un tale successo che nacque una associazione di Amis de Radio-Saragosse che giunse a raggruppare diciottomila membri.

Jean Hérold-Paquis

Con la dichiarazione di guerra della Francia e della Gran Bretagna al Terzo Reich, fu richiamato alle armi e combatté contro i tedeschi in prima linea.

Dopo l’armistizio del 1940 lavorò nella redazione dell'”Eclaireur de Nice” per poi – dopo la distruzione della flotta francese da parte degli Inglesi a Mers-el-Kebyr – entrare a far parte dei servizi di propaganda nella Francia della Zona Sud (dove a Vichy aveva posto sede il Governo di Philippe Pétain) fino a divenire il responsabile della Propaganda.

Passato nel 1941 in Zona Nord, a Parigi, radicalizzò ulteriormente le sue posizioni politiche e aderì al Parti Populaire Française (PPF), il più importante partito “fascista” francese guidato dall’ex sindaco ed ex candidato a diventare Segretario del Parti Communiste Française, Jacques Doriot.

Partecipò quindi attivamente alle attività di Jeune Europe e del Groupe Collaboration, la struttura che vide impegnarsi nelle sue sette sezioni (Letteratura, Arte, Scienza, Diritto, Economia, Sociale, Radiofonia) alcuni dei nomi più prestigiosi di Francia. Partecipò anche alle riunioni preparatorie della Légion de Volontaire Français (LVF).
Dal gennaio 1942 lavorò a Radio-Paris tenendo una rubrica nel giornale radio delle 20, dedicata all’andamento della guerra, usando spesso l’arma dell’ironia nei confronti degli Alleati.
L’anno successivo pubblicò un saggio dal titolo “L’Angleterre, comme Carthage, sera détruite” e il pamphlet “Parole en l’air?”; fu anche l’anno dell’inizio della pubblicazione di suoi articoli su “La Gerbe” il settimanale dello scrittore Alphonse de Châteaubriant e in “Je suis partout”, il giornale di Robert Brasillach, lo scrittore e poeta che farà la sua stessa fine davanti ad un plotone d’esecuzione.
Nel 1944 sfuggì ad un attentato; nello stesso anno con il precipitare degli eventi, seguì il Governo francese a Sigmaringen e, mantenendo fedeltà alle posizioni di Doriot, assunse la direzione di Radio-Patrie, di fatto la radio del PPF, che trasmetteva da Bad-Mergentheim.
Al termine della guerra, nel maggio 1945, chiese asilo politico in Svizzera; asilo che la Svizzera, smentendo ancora una volta la sua fama di garanzia e neutralità, non solo non concesse ma che lo consegnò ai francesi nel luglio successivo.
Fu processato dalla Cour de justice e condannato a morte nel settembre 1945.
Sorte che toccò anche a molti altri giornalisti, come ad esempio Paul Ferdonnet (lui fucilato ad agosto) per “aver redatto dei testi di propaganda”.
Nel caso di Hérold-Paquis il reato per il quale il procuratore generale André Boissarie chiese la condanna a morte fu l’essere stato “portavoce del nemico” avendo lavorato a Radio-Paris. Ovvero – al massimo – un delitto di opinione.
Per affrontare i fucili del plotone d’esecuzione volle indossare la sua camicia azzurra di militante del PPF.
Nel 1948 fu pubblicato il suo diario di prigionia con il titolo “Des illusions…. désillusions! 1944-1945”.

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Amerino Griffini

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