Formula 1. Sorpassi, rimonte e duelli: in Austria si svela la bellezza delle corse

Il Gran Premio d’Austria 2019 verrà ricordato come uno dei più belli della recente storia.

In questo senso, il fine settimana si dimostra particolarmente ricco d’azione, fin dalla sua genesi.

Tra incidenti e penalizzazioni, infatti, già le prime prove del venerdì, sulla velocissima pista del Red Bull Ring, non hanno certo annoiato gli appassionati.

Nelle tre sessioni di libere prime posizioni per Hamilton e Leclerc due volte -con una Ferrari apparsa subito velocissima- (1’04″838 FP1, 1’05″086 FP2, 1’03″987 FP3 i rispettivi riferimenti cronometrici).

In particolare però, le FP2 si fanno notare per i brutti incidenti, fortunatamente senza conseguenze fisiche o meccaniche, di Verstappen e Bottas, e per il rischio corso da Vettel per un brutto testacoda terminato fortunatamente non a muro – il tedesco comunque avrebbe poi pagato con gli interessi al sabato pomeriggio.

Le qualifiche poi, offrono anche di più: queste infatti cominciano con una cartolina della F1 post moderna/contemporanea. In Q1, durante un momento nemmeno particolarmente saliente, succede che Hamilton non vede Raikkonen lanciato in un giro cronometrato, ostacolandolo alla curva in salita, la Remus. Il finlandese, famoso per non esser uno loquace, si lascia andare ad un dito medio di disappunto verso l’anglo caraibico che vale più di milioni di parole.

Per altro, al buon Lewis questa disattenzione costa moltissimo, visto che verrà penalizzato di tre posizioni, passando al termine della Q3 da secondo a quinto, poi quarto visto l’arretramento anche di Magnussen.

Ad onor di cronaca, Q1 e Q2 sono primeggiate rispettivamente da Verstappen e Leclerc, il primo in 1’03″807, l’altro in  1’03″378.

Le Mercedes invece appaiono, relativamente, un po’ più in difficoltà del solito.

Per Vettel invece, lo sconforto comincia nel finale della Q2, quando sulla sua vettura si presenta un problema alla Power Unit che lo costringe poi a non poter disputare la sessione finale e a partire decimo, poi nono visto il già citato arretramento di Magnussen per sostituzione del cambio.

Un vero peccato perché, di fatto, in Q3 non c’è storia, col monegasco Leclerc mattatore e splendido martello fin dal primo tentativo: per lui è la seconda pole in carriera -la terza stagionale per Ferrari- e soprattutto è la dimostrazione di un talento che possiede ancora enormi margini di  miglioramento.

l’1’03″003 non solo vale la prima posizione ma è anche il nuovo record del circuito. Detto di Hamilton, dietro la Rossa si pone Verstappen, staccato di 436 millesimi, poi Bottas, distanziato di ben 534 millesimi.

Dietro di loro, vuoi anche per le penalità ma degnissimi di nota, Hamilton, poi un Lando Norris con una McLaren in lenta ma costante risalita, quindi le Alfa di Raikkonen e Giovinazzi.

Le aspettative per la domenica sono altissime ma nei fatti si riveleranno anche meglio.

Alla partenza Leclerc tiene la prima posizione, mentre Verstappen non riesce a trovare lo stacco giusto e resta praticamente al palo. Per lui, è una beffa visto che al termine del primo giro si ritrova settimo, dietro a Vettel e Norris. Davanti ne approfittano Bottas ed Hamilton, portatisi secondo e terzo.

Vettel rompe subito gli indugi con Norris, prendendosi la quinta posizione già al quarto giro, e portandosi subito nella scia dell’ex compagno Kimi Raikkonen che passa al sesto giro.

Nella stessa tornata Verstappen si prende la posizione su Norris, ottenuta con un attacco deciso.

Per Leclerc, fuori da ogni bagarre, la primissima sezione di gara serve a sfruttare al meglio le gomme più morbide, facendo segnare da subito tempi velocissimi. Verstappen intanto prosegue nella rimonta e passa anche Raikkonen.

Il primissimo pit stop è di Magnussen, già alla tornata 11, proprio mentre si infiamma la battaglia tra Raikkonen, Norris e Gasly, con il secondo che si prende la sesta posizione con un deciso attacco all’interno della Remus. Il giro, nello specifico è il 14.

La lotta continua tra Gasly (rimasto bloccato in questo trenino dopo che al termine del primo giro era dietro al compagno Verstappen) e Raikkonen, col francese che ne ha molto di più e tenta di infilarsi in ogni curva. Il finlandese però, almeno fino alle rispettive soste, riesce a resistergli piuttosto agevolmente.

Tra i primissimi, le mescole più morbide montate dalle rosse non sembrano soffrire: a riprova di ciò, i tempi nettamente più veloci, fatti segnare in successione da Leclerc ma soprattutto da Vettel.

In Mercedes, invece, le gomme non sembrano funzionare al massimo e infatti, al giro 21 Bottas viene fatto rientrare, seguito da Vettel. Per il tedesco, costretto ad un pit stop difficoltoso, ci sono gomme hard, le stesse del finlandese della Mercedes.

Al giro successivo, con le stesse modalità, tocca a Leclerc.

Alla trentesima tornata, forse in ritardo, scocca l’ora della sosta di Hamilton che per altro stava combattendo da giri con uno squilibrio sull’ala anteriore, dovuto ai reiterati passaggi troppo aggressivi sui cordoli.

Proprio per questo, la sosta vede anche la sostituzione del musetto e costa tantissimo all’inglese che non solo rientra in pista dietro a Vettel ma anche a Verstappen, dopo la sosta dell’olandese.

Il secondo stint comunque, non sembra cambiare nella sua trama, con Leclerc in controllo e con Vettel in rimonta totale, con tempi record e una lunga serie di giri velocissimi. Secondo si mantiene Bottas, davanti allo stesso tedesco e a Verstappen, che appena superata la metà di gara comincia impetuosamente a velocizzare il suo ritmo.

Tra le battaglie interessanti, si segnala quella tra Norris e Ricciardo, che vede il primo prendersi la sesta posizione alla tornata 42. All’australiano, non ancora fermatosi (lo farà al 46) è piuttosto in difficoltà con la sua Renault in questo fine settimana, tocca anche l’oneroso compito della difesa su Gasly.

Il tutto, mentre i tempi di Hamilton sembrano sprofondare: l’inglese, impantanato in quinta posizione, deve evidentemente aver accusato problemi aerodinamici ben più seri dell’ala – forse si parla del fondo-  e non sembra più a suo agio con la vettura.

La lunga rincorsa di Verstappen si concretizza al giro 50 con un gran sorpasso all’esterno su Vettel, dopo averlo braccato a lungo. Per il ferrarista, in difficoltà con le gomme, arriva subito il cambio e la mescola più morbida. Tornato in pista quinto, gli si profila così un finale di gara tutto all’attacco. Obiettivo, diventa cosi la quarta posizione di Hamilton.

L’olandese intanto non si ferma e scatenato, va a caccia anche di Bottas, lo passa all’interno della Remus, allungando la staccata e di forza si prende la seconda posizione. È il giro 56 ma non è finita qui.

Per il 33 gli ultimi quindici giri diventano una irresistibile progressione per andare a prendere Leclerc. Nemmeno fosse Pantani sulla salita di Oropa al Giro del ’99, l’olandese comincia a martellare, quasi mettesse le ali – per riprendere lettera il noto slogan della casa madre. E il distacco si assottiglia sempre più.

Il giro veloce alla tornata 60, che non sarebbe più stato ritoccato, in 1’07”475 è solo uno degli indicatori in questo senso.

Contemporaneamente, anche Vettel rompe gli indugi e inizia ad avvicinarsi prepotentemente ad Hamilton.

La resa dei conti là in testa si consuma tra il giro 69 ed il successivo e sempre nello stesso punto, la Remus Kurve, quella in salita: il primo tentativo è infatti rintuzzato da Leclerc che, cattivo, si mantiene all’esterno e sfrutta l’accelerazione per restare primo. Non il secondo, che avviene nella medesima situazione, con Verstappen che sfruttata la scia, sta volta taglia fuori l’avversario costringendolo sulla via di fuga, anche con una ruotata.

Il tutto, ovviamente viene mal digerito dal monegasco, e costa ai due l’investigazione dei commissari.

Dunque Verstappen concretizza così una rimonta da sogno, dopo una partenza da incubo. Al penultimo giro, c’è ancora tempo per il sorpasso di Vettel su Hamilton. Per lo sfortunato tedesco, arrivato praticamente in scia anche a Bottas, crescono a dismisura rimpianti per quello che sarebbe potuto essere un fine settimana da quasi dominatore, vista anche la gara del compagno Leclerc, che ha pagato un pit stop troppo anticipato.

Di fatto quei quasi dieci giri in meno sulle gomme di Verstappen, si sarebbero rivelati vincenti.

Ma onore va soprattutto al talento olandese, forse mai così scintillante, ed autore di una delle più belle imprese della Formula 1 post moderna. Un vero gioiello, impreziosito anche dal lavoro del motorista giapponese Honda, tornato alla vittoria dopo il Gran Premio di Ungheria del 2006, soprattutto dopo i tribolatissimi anni passati alla McLaren.

Ad ogni modo, il risultato resta sub judice e infatti, alle 18 ora locale i due protagonisti vengono convocati dai commissari. La decisione definitiva viene presa alle 19:48 quando, attraverso il più classico dei comunicati, la FIA conferma il successo per Max Verstappen, riconoscendo le azioni come “contatti di gara”.

Di fatto insomma, la decisione legittima la rudezza di Verstappen la quale, accompagnata da una buona dose di malizia, riconcilia almeno in parte i tanti appassionati che sempre di più mal digerisco o uno sport diventato ormai estremamente “plasticoso”.

Certo, spiace ancora che sia la Ferrari ad uscirne come la più penalizzata da una incoerenza di fondo ma, almeno in questo caso, ha vinto lo sport e siamo sicuri che il buon Leclerc non tarderà nel cercare la sua rivincita in pista. L’auspicio ulteriore poi, è che si lavori sul serio per rendere meno cavillosi ed ottusi gli stessi regolamenti.

Dietro i primi due Bottas, Vettel ed Hamilton, di cui si è detto.

Seguono un ormai non più sorpresa Norris che chiude davanti a Gasly, settimo al traguardo e finito addirittura doppiato dal compagno di squadra.

Ultimi punti per Sainz (partito diciannovesimo), per Raikkonen e finalmente per Giovinazzi, che riporta un italiano a punti dopo nove anni. L’ultimo era stato infatti Tonio Liuzzi nel Gran Premio di Corea del 2010.

Per la prossima tappa, sulla pista di Silverstone, si prospetta dunque una fervida attesa che speriamo possa concretizzarsi in battaglie altrettanto appassionanti come nell’ultimo evento austriaco.

 

 

 

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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