Sovranisti. Se il centro di gravità permanente non può essere (solo) Bannon

Il volume del Cinabro “Inganno Bannon”

Un gruppo di intellettuali controcorrente ha curato per Cinabro edizioni il saggio “Inganno Bannon”. Già eminenza grigia di Donald Trump, animatore del magazine Breitbart, Steve Bannon ora è animatore della fondazione populista The Moviment. Al momento hanno aderito a questo progetto sia la Lega e che Fratelli d’Italia, e in Francia anche il Rassemblemant della Le Pen.

L’analisi racchiusa nel volume (pp.135, euro 12) derubrica il lavoro di Bannon ad un’operazione, “su commissione diretta di Washington”, ingenerata al fine di “condizionare le forze politiche europee, e in particolare quelle italiane, facendo leva su queste per imbrigliare e alimentare ad arte il cosiddetto populismo/sovranismo e perciò l’Europa tutta in chiave anti-eurasiatica, anti-islamica e filo-sionista”.

Il filo rosso che manca

Le dissonanze nelle letture geopolitiche, soprattutto quelle legate al Nord Africa e al Medio Oriente, tra la destra tradizionale europea e la vulgata di Bannon sono evidenti. Ma la realtà racconta che popoli una volta imbrigliati in sistemi politici nei quali il tema dell’identità era marginale o escluso dal dibattito pubblico, ora hanno forze patriottiche che contestano il globalismo, e sono sempre più forti e ricche di consensi. Dall’Ungheria all’Italia passando per la Scandinavia, manca però il filo conduttore di una Eurodestra (o meglio di un Euro-patriottismo). Perché? Semplicemente – e noi di Barbadillo.it lo scriviamo da anni – perché non basta criticare gli arrivi indiscriminati degli immigrati se non si possiede una visione di insieme delle società complesse. Oltre a tweet e slogan riusciti, oltre ai gazebo e ai video virali, i partiti populisti non hanno saputo costruire una rete di competenze legislative ed economiche per districarsi tra trattati e bilanci pubblici, dove in ballo non c’è altro che la possibilità di disegnare un welfare realmente al servizio degli europei.

L’occasione delle elezioni europee, che registreranno l’innegabile successo di Matteo Salvini, Marine Le Pen e in parte minore di Giorgia Meloni, fornisce ai sovranisti la scintilla per strutturare un pensiero politico più complesso, al fine di avere strumenti e uomini per decrittare le sfide del nostro tempo, tra le quali il rapporto con il mondo arabo e musulmano è una delle più spinose. E su questo fronte gli assertori dello scontro di civiltà – tesi di matrice neo-con – possono portare sul tavolo della discussione a destra solo la constatazione di aver infiammato il Mediterraneo, rendendo ancora più insicure le città e le comunità europee cresciute sul mare nostrum.

Il dibattito a destra

Gli intellettuali riuniti nell’area di Raido e di Rigenerazione Evola con “Inganno Bannon” fanno una radiografia dei programmi dell’intellettuale americano. Ma il metodo Bannon, la creazione di una fondazione e la preparazione di avanguardie culturali non asserite al pensiero unico è stata una delle debolezza di una corrente culturale anticonformista negli ultimi decenni. Si potrà anche considerare pericolosa la cessione di sovranità intellettuale alla fondazione The Moviment, ma allo stesso tempo bisognerebbe attivare una discussione concreta per favorire l’emersione di luoghi di pari attrattività culturale e politica, a livello globale o almeno continentale.

Bannon assente nella campagna elettorale

La riflessione di Inganno Bannon per l’eterogenesi dei fini è stata assimilita dai leader populisti che non hanno quasi mai citato l’intellettuale americano nei dibattiti in queste settimane, rivendicando una legittima autonomia nell’elaborazione delle proprie piattaforme. Ma non hanno dato – i leader fuori dagli schemi liberaldemocratici – risposte altrettanto dense su come attrezzarsi per le contese culturali, giuridiche e politiche che il globalismo più affilato propina ogni giorno. Basterebbe chiedersi dove sono i testi, le analisi, i saggi sui tecnicismi più attuali (dal Fiscal compact alle regole bancarie comunitarie), per convenire che c’è molto pressapochismo nel dichiararsi antisistema, combattendo contro i colossi solo con piccole fionde… E per questo c’è un filone di intellettuali che, da destra, guardano con favore al modello Bannon, pur tenendo bene in conto il rischio di dare vita ad un percorso con tanti punti interrogativi ancora inevasi.

L’orizzonte

I popoli si stanno risvegliando, e lo sguardo dell’Europa potrebbe tornare a volgere con profondità ad Oriente, ricongiungendosi all’Asia. Ogni futuro scenario non ha bisogno di maschere ma di visionari da un lato e – perdonateci la dizione ruvida, ma non ne abbiamo una migliore – tecnici delle società complesse dall’altro. L’alternativa all’attrezzarsi – anche con Fondazioni patriottiche funzionali – è evaporare, non cogliere lo Spirito del Tempo, mai come adesso non ostile, e rinunciare a lasciare un segno politico per gli europei che non arrendono al destino delineato dai signori del Pensiero Unico.

@barbadilloit

Gerardo Adami

Gerardo Adami su Barbadillo.it

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