Il caso. Se Red Land – Rosso Istria spaventa chi si ostina a negare il dramma italiano delle Foibe

“Red land”, il film che racconta senza filtri gli eccidi delle foibe perpetrati dai partigiani comunisti

Ai nostalgici delle dittature e dell’intangibilità della storia fa paura la storia di Norma Cossetto, violentata e uccisa da partigiani jugoslavi ed alla cui memoria il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì la Medaglia d’Oro al Valor Civile.

Norma, una giovane istriana che assieme a centinaia di altri giuliani, fiumani e dalmati morì nell’abisso di una foiba o nell’arcipelago concentrazionario creato dal dittatore comunista Josip Broz “Tito”. Una studentessa universitaria la cui tragedia in questi ultimi anni è stata prima al centro di un fumetto distribuito in decine di scuole in tutta Italia e quindi portata sul grande schermo ed in prima serata in televisione nel film “Red land –Rosso Istria”. Si tratta di due progetti sostenuti dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e dalla FederEsuli e capaci di raggiungere ed impressionare migliaia di giovani lettori e di spettatori.

In questa maniera tale vicenda emerge dall’orrore delle foibe e si inserisce nella storia italiana e non più solo locale diventando patrimonio sempre più condiviso dalla comunità nazionale. Di fronte a questo delicato percorso di conoscenza storica, le reazioni sempre più scomposte dimostrano che è stato scoperchiato un vaso di Pandora. Riduzionisti e giustificazionisti, già sbugiardati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia istituzionale del Giorno del Ricordo 2019, non possono darsi pace vedendo questa storia finalmente uscire dal silenzio e cercano pretestuosamente di ridicolizzarla, minimizzarla o continuare a negarla. Spiace riscontrare che anche taluni docenti si siano prestati a questa battaglia di retroguardia, mentre il mondo della diaspora adriatica è sempre più determinato a far conoscere attraverso il martirio di Norma il clima di terrore e di violenza che avrebbe condotto all’esodo in più ondate 350.000 istriani, fiumani e dalmati.

La scena dell’infoibamento e l’angoscia rappresentata dagli attori sono spezzoni di “Red land – Rosso Istria” che hanno avuto l’efficacia, ben più di centinaia di pagine scritte, di esprimere attraverso un mezzo di comunicazione moderno che cosa avvenne al confine orientale italiano nella fase finale della Seconda guerra mondiale. Rivendichiamo a questo film, che non vuole essere un documentario con pretese di scientificità, il merito di rappresentare uno strumento di divulgazione storica di grande valore da affiancare a lavori di ricerca storiografica che vogliano aprire nuovi archivi e far luce sulle complesse dinamiche lunghe quasi un secolo che condussero alle foibe ed all’esodo.

Renzo Codarin
Presidente Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

David di Paoli Paulovich
Vicepresidente FederEsuli – Presidente Associazione Comunità Istriane

@barbadilloit

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