Calcio. Sergio Floccari e i “vecchietti” del gol, perché il pallone in provincia è una cosa seria

Sergio Floccari ha regalato alla Spal i tre punti più preziosi. Ferrara intravede la salvezza grazie al testone del centravanti che scardina la difesa della Juventus e costringe i pluricampioni d’Italia, in attesa di ennesima festa scudetto, a tornarsene a casa con le pive nel sacco.

L’impresa dei ragazzi di Leonardo Semplici, al di là delle critiche delle dirette avversarie, rimarrà tale e darà alla Spal la possibilità di ingranare la quarta, fino al raggiungimento di una salvezza che, oggi, pare meno lontana di quanto sembrasse fino a una settimana fa.

Il protagonista, però, è un ragazzino di 37 anni e mezzo che fa parte di una generazione di attaccanti (italiani) che, per dirla banalmente, più invecchia più migliora. Come il vino. Floccari, certo. Ma pure Quagliarella, ancora lui!, che ha messo il suo sigillo sul derby della Lanterna vinto dalla Samp. E ancora, il signor Pellissier, uno che ha nascosto – fino a che ha potuto – i limiti evidentissimi (e non solo quest’anno) del Chievo.

La tentazione sarebbe quella di parlarne come di una “generazione x” del futbol nostrano. Troppo forti Del Piero, Totti, Inzaghi, Vieri e Toni per i tempi della loro fresca gioventù, troppo “vecchi” per gli squadroni attuali e, forse, per quella sgangherata nazionale costretta a pregare perché il talento di uno come Kean non sfiorisca nelle bagatelle metapolitiche e non faccia la fine di Balotelli.

In provincia, o comunque lontano dai riflettori del calciogossip, questi campioni riescono a imporre il loro potenziale e, con questo, il loro carisma. Senza aver bisogno di starlette e di Instagram: perché lì, lontano dal glamour, dagli “adooooro“, dagli apericena eleganti in centro, non c’è altro campo che il rettangolo verde.

Giovanni Vasso

Giovanni Vasso su Barbadillo.it

Exit mobile version