Libri. “La catastrofe dell’Europa” di Boco e il continente che si riscatta (con la Germania)

Bandiere europee
Bandiere europee

“Una civiltà di mezzo è un raggruppamento che si pone come forza centripeta nel rapporto tra i popoli, così da fornire un’unità di tipo culturale, spirituale e politico grazie alla capacità di esercitare con credibilità un ruolo di equilibratore mediano, ponendosi cioè all’intersezione geo-culturale di una serie di legami storicamente determinati e operativi. Per quanto possa suonare scomodo, la Germania svolge in Europa questo ruolo mediano fondamentale, attorno al quale può costituirsi una civiltà di mezzo caratterizzata da forza attrattiva e volontà progettuale”. “La Germania senza Francia, Italia, Spagna e altri paesi europei è una potenza in balia di competitori più grandi e potenti, l’Europa per realizzarsi appieno necessita dell’apporto consapevole e progettuale di tutti i componenti”.

Per recensire il saggio di Francesco Boco “La catastrofe dell’Europa” (Idrovolante) è utile partire dalle riflessioni dell’autore, intellettuale e filosofo, sul ruolo dell’Europa e sulla funzione unificatrice della Germania. Il lavoro in questione è una ricerca approfondita sui capisaldi di una piattaforma europea di estrazione etno-nazionalista e, a differenza delle basiche elaborazioni di alcune forze nazionalpopuliste, si sforza di costruire un Pantheon di autori di riferimento, con letture in grado di superare gli slogan anti-Ue. La distruzione dell’Europa, infatti, è tutta da vedere. Il sovrastato vive tempi di disamore tra i cittadini, lo scetticismo che alimentano ogni atto con la bandiera blu e le stelle dorate non è arginabile con enunciazioni di principio. Da qui però emerge la necessità di approfondire le possibilità dello spazio europeo, nel momento in cui gli interessi continentali potrebbero non essere più sovrapponibili a quelli degli Usa e della Nato e diventare conflittuali con il dragone cinese.

Boco, già firma tra le più interessanti di Orion e sul Secolo d’Italia (ora commentatore sul Primato Nazionale),  immagina che l’Europa possa risorgere dalle sue ceneri anche con la forza propulsiva della Germania, e questo approdo invita ad un “rovesciamento” della lettura degli scenari dell’attualità politica, con i fragili soggetti politici nazionalpopulisti – deboli in economia, con poche risorse per le campagne elettorali e soprattutto con classe dirigenti non ancora mature – che mostrano i propri limiti, e fessure nelle quali potrebbero infilarsi spinte per eterodirezioni.

Il pregio della riflessione filosofica di Boco, che nella sua ricerca riporta anche alcune suggestioni dell’intellettuale francese della Nuova Destra Guilleume Faye, è senza dubbio il realismo e il confrontare l’analisi con la quotidianità. Per questo non si può non apprezzare la sua presa di distanze dal “populismo più miope e immaturo”, unita all’invito a considerare “ogni apparato istituzionale europeo per quello che è, cioè uno strumento nelle mani di uomini”. E chissà se unendo “la facoltà immaginifica nell’utilizzo della tecnica”, con un quanto mai indispensabile realismo, si possa arrivare ad elaborazioni politiche più solide per affrontare la deriva globalista con armi più competitive.

*La catastrofe dell’Europa di Francesco Boco, pp280, postfazione di Stefano Vaj, euro 20

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Gerardo Adami

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