Formula 1. Leclerc eroico in Bahrain nonostante il tradimento del motore

“La fortuna e la sfortuna non esistono “

                                             Enzo Ferrari

 

L’appuntamento 2019 del Bahrein,  giunto alla sua quindicesima edizione (nel 2011 non si corse per i disordini legati alle proteste antigovernative) e ormai tappa fissa del mondiale di Formula 1, vedrebbe più di qualche protagonista dissentire rispetto al Grande Vecchio.

C’erano grandi aspettative per vedere se si fossero o meno mantenuti gli equilibri della prima gara di Melbourne.  Tirando le somme però, almeno in Ferrari, il bicchiere non solo è mezzo vuoto ma si è addirittura rovesciato.

In ogni caso, procediamo con metodo.

Fin dal venerdì la Ferrari dimostra un ottimo stato di salute, con tempi velocissimi sul giro secco ed un ottimo passo gara. A riprova di ciò, ecco il monopolio dei primati delle tre sessioni di libere: Leclerc, Vettel, Leclerc, rispettivamente in 1’30″354; 1’28″846 e 1’29″569.

Nelle qualifiche del sabato poi, la giovane stella monegasca, 21 anni e mezzo, si mostra in tutto il suo splendore: primo in tutte e tre le sessioni, sublima la prestazione con il giro finale del Q3  in 1′ 27” 866, staccando Vettel di 294 millesimi, Hamilton di 324 e Bottas di 390.

Non solo, la pole rispetto allo scorso anno – quando a segnarla fu Vettel – viene abbassata di 92 millesimi, con conseguente nuovo record del circuito.

Da segnalare anche il duplice ingresso McLaren in Q3, come non accadeva da Malesia 2017 e l’eliminazione in Q1 di Hulkenberg (P17 per lui) e di Ricciardo e Gasly in Q2 alla fine undicesimo e tredicesimo.

Alla domenica si respira uno strano clima, soprattutto in Ferrari: da una parte la necessità di massimizzare il risultato ma dall’altra l’impossibilità di assegnare rigide gerarchie già alla seconda gara dell’anno. Le varie convergenze poi, avrebbero reso non necessaria la seconda proposizione.

Allo spegnimento delle luci, non parte bene Leclerc, scavalcato da Vettel e da Bottas.  Già sul rettilineo però, all’inizio del secondo giro, il monegasco induce il finlandese all’errore e lo passa, facendolo scomporre e lasciandolo attaccare anche da Hamilton che a sua volta si inserisce ed è terzo di forza, dopo averlo sopravanzato tra la quinta e la sesta curva. A centro gruppo intanto, una serie di contatti coinvolge Grosjean e Stroll, entrambi costretti a riparare ai box per sostituire pneumatici e ala. Il francese poi, sarà costretto al ritiro per i danni riportati.

La gara comunque si anima subito: al terzo giro Sainz prova passare Verstappen che di forza resiste ma tra i due c’è un contatto. Ci rimette lo spagnolo che danneggia l’anteriore destra, portando scompiglio tra chi segue.

Leclerc intanto sembra averne molto di più e già al sesto giro si riprende la testa, passando Vettel alla prima curva, con il tedesco che mostra a malapena una blanda resistenza.  Tra il giro nove e dieci cominciano le prime soste. C’era grande attesa di vedere quali piani le diverse squadre avrebbero adottato. Sin dal giovedì infatti, tra gli addetti ai lavori le discussioni sulle strategie avevano avuto ampio margine di analisi.

Al giro 11 si ferma Verstappen, mentre al successivo Bottas che rientra dietro l’olandese ed è subito battaglia. Il finlandese numero 77 invero, riesce a passare all’esterno della curva 4 al giro 14.

Tra i primissimi, Leclerc ed Hamilton si fermano dopo tredici tornate, seguiti alla successiva da Vettel. Il numero 5 però, al rientro in pista, si vede scavalcato dall’inglese della Mercedes che così si prende momentaneamente  la piazza d’onore. In realtà, le gomme morbide montate dall’inglese non sembrano funzionare al meglio. Vettel così, sfrutta questo momento per riportarsi secondo, con un bel sorpasso alla ventitreesima tornata. Davanti però Leclerc continua a costruire, giro su giro, il suo piccolo vantaggio, portandolo ad otto secondi, rispetto al compagno di squadra, nel giro successivo a quello dell’avvicendamento nella piazza d’onore.

Al giro 32, ecco i secondi pit stop di Verstappen ed Hulkenberg. L’olandese, tornato in pista dietro Raikkonen, se ne sbarazza immediatamente, prendendosi la sesta posizione. Al trentaquattresimo, anche Hamilton  rientra per la seconda sosta. Per lui gomme medie.

Segue il tedesco della Ferrari che per pochissimo torna davanti al rivale.

Al giro 36, dopo l’ultimo pit di Leclerc in 2.4 secondi, si infiamma il duello Vettel-Hamilton. Ad  Hamilton basta un  giro dove bracca il rivale per poi  passarlo di forza, dopo che il tedesco aveva resistito alla trentaseiesima tornata ad una manovra incredibile alla curva 4. In tutto questo Sebastian, dopo essersi girato nel tentativo di resistere nuovamente ed aver distrutto gli pneumatici nel testacoda, si vede anche l’ala davanti collassare in pieno rettifilo per le vibrazioni. Costretto ai box, si ritrova così nono, dietro anche a Norris e alla lotta in famiglia tra le Renault di Hulkenberg e Ricciardo. Vettel non perde tempo e si lancia nella rimonta che lo porta fino al quinto posto ma è un risultato che, viste le premesse, non può assolutamente bastare.

Un Vettel, c’è da aggiungere, e là stanno i tanti bloccaggi delle ruote durante tutte le sessioni a dimostrarlo, apparso piuttosto nervoso. Dietro i primi cinque, infuria la battaglia. In particolare, si mette in luce il giovane esordiente della McLaren Lando Norris, costantemente nella Top 10 e in grado di battagliare alla pari con Ricciardo, Hulkenberg e Raikkonen.

E’ a questo punto però che si materializza il colpo di scena: improvvisamente Leclerc comincia ad accusare problemi al motore e rallenta. E’ incredibile ma Hamilton al 48esimo giro si prende la testa. Per il giovane monegasco comincia così una drammatica lotta per portare il mezzo al traguardo: è la più classica delle trasposizione della battaglia tra uomo e macchina.

O se volete, è semplicemente il continuo della strenua resistenza portata da Raikkonen a Monza nel 2018. Partito dalla pole, anche allora il finnico si era ritrovato a portare al traguardo una vettura che praticamente -in quel caso praticamente su tre ruote- non stava in pista.

Per la Ferrari comunque, un altro fine settimana molto amaro, soprattutto per quelli che erano stati i presupposti.

Inoltre, non stupisce che Bottas arrivi a prendersi la seconda piazza al giro 54 mentre in quello successivo, incredibilmente, entrambe le Renault escono di scena per un guasto tecnico. In particolare, del ritiro del numero 27, beneficiano Norris e Raikkonen, saliti al sesto e settimo posto. A questo punto viene fatta  entrare  la Safety Car che conduce i piloti fino alla fine, salvando –mero eufemismo- Leclerc dall’ormai imminente assalto di Verstappen.

Vince dunque Hamilton e per le Frecce d’Argento è doppietta, grazie anche a Bottas. Sicuramente si può parlare di vittoria non meritata ma queste sono le corse. A Leclerc, per quello che gli può servire, resta la soddisfazione del primo podio e del primo giro più veloce in  1′ 33” 411 con annesso punto bonus.

Appena arrivati al parco chiuso, è comunque bellissima la scena di Hamilton che va a cercare il numero 16 per consolarlo. L’inglese, da campione quale è, si sarà infatti sicuramente reso conto di quanto questa volta la buona sorte l’abbia aiutato.

Dietro i primi tre, Verstappen, Vettel, un grandissimo Norris, Raikkonen, Gasly, Albon (ai primi punti in carriera) e Perez.

Per i protagonisti non ci sarà molto tempo per rimuginare o, dall’altra parte, per gioire. Già tra due domeniche infatti, si ritorna in pista per il Gran Premio di Cina. Vedremo se questa volta la Ferrari saprà capitalizzare una superiorità a tratti davvero netta o se, avversari ed errori tecnici saranno in grado di impedirglielo.

 

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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